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Pediatri, long Covid può avere effetti negli anni a venire

Esperti del Gemelli, proteggere i bambini con la vaccinazione

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 15 DIC - La minaccia del long Covid e delle sue conseguenze a lungo termine tra i giovanissimi "potrebbe avere effetti sugli anni a venire". Se i dati sul carico imposto dal Sars-CoV-2 alla popolazione pediatrica sono ancora limitati, visto l'alto tasso di casi paucisintomatici o asintomatici, è invece ormai certo che una della fake più diffuse è che "i bambini non si ammalano di Covid" e che "per loro il virus non rappresenta un pericolo". A sottolinearlo, sulla base dei casi esaminati in quasi due anni sono gli esperti della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs.
    "Dal marzo 2020 - ricorda Chiaretti, Responsabile del Pronto Soccorso Pediatrico - abbiamo valutato oltre 160 bambini con Covid pediatrico e per 32 di questi è stato necessario il ricovero". "Finora - ricorda Danilo Buonsenso, dell'UOC di Pediatria del Gemelli - abbiamo trattato più di una trentina di bambini con forme moderato-gravi di Covid, di cui 8 con sindrome multi-infiammatoria sistemica. In collaborazione con i colleghi neonatologi, stiamo seguendo circa 200 neonati da mamme positive. Mentre presso l'Ambulatorio di Post-Covid pediatrico stiamo inoltre seguendo 150 bambini, 55 dei quali con sintomi da long Covid, arrivati anche da fuori Regione".
    Anche tra i bambini, quindi, casi sintomatici potrebbero essere solo la punta dell'iceberg di quello che il Sars CoV-2 ha in serbo per i mesi e forse per gli anni dopo il contagio. Uno studio condotto dai pediatri del Gemelli e pubblicato lo scorso aprile su Acta Paediatrica, ha coinvolto 129 ragazzi e bambini (età media 11 anni) con diagnosi di Covid, effettuata tra marzo e novembre 2020: oltre la metà presentava almeno un sintomo cronico persistente a distanza di due mesi dall'infezione, anche tra chi aveva avuto una forma asintomatica. "Questo studio - conclude Piero Valentini, responsabile Unità Malattie infettive pediatriche del Gemelli - accende i riflettori su una popolazione sottovalutata durante la pandemia e che dovrebbe indurre a una profonda riflessione, anche in merito alla decisione di vaccinare piccoli e piccolissimi". (ANSA).
   

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