(ANSA) - ROMA, 21 OTT - L'età paterna influisce sul successo
dei trattamenti di procreazione medicalmente assistita (Pma),
solo se anche l'età della donna è avanzata. Con l'avanzare
dell'età si osserva nell'uomo una significativa riduzione della
motilità e del volume dell'eiaculazione, ma non una riduzione
significativa della concentrazione di spermatozoi. Lo evidenzia
lo studio condotto dagli Istituti Clinici Zucchi di Monza e
l'Università Pompeu Fabra di Barcellona.
Finora gli studi avevano evidenziato un effetto dell'età
sulla qualità dello sperma: volume e motilità diminuiscono,
mentre aumenta la frammentazione del Dna spermatico. "Lo studio
si è basato sui dati di 5.565 pazienti maschi del Centro di
Medicina della Riproduzione Biogenesi di Monza, raccolti dal
2015 al 2020, in pazienti tra i 25 e 45 anni di età, analizzando
volume dell'eiaculato, concentrazione di spermatozoi e motilità
progressiva", spiega Mariabeatrice Dal Canto, una dei
ricercatori. "Abbiamo così osservato una significativa riduzione
della motilità e del volume dell'eiaculazione con l'avanzare
dell'età paterna, mentre non abbiamo riscontrato alcuna
riduzione significativa della concentrazione di spermatozoi",
continua. Quanto al successo dei trattamenti di Pma in relazione
all'età paterna, i dati ottenuti indicano un suo impatto solo se
collegato all'età materna avanzata: i tassi di impianto e di
bambini nati vivi sono stati influenzati in modo significativo
dall'età paterna cioè solo nelle coppie in cui età paterna e
materna elevate sono associate. "I dati attuali - conclude Dal
Canto - suggeriscono un'incidenza negativa dell'età paterna sui
parametri legati alla qualità dello sperma e dimostrano
un'influenza rilevante sugli esiti dei trattamenti di Pma, solo
se contemporaneamente presente anche una età materna avanzata".
(ANSA).
Procreazione, età padre influisce se quella materna avanzata
Con invecchiamento cala motilità, no concentrazione spermatozoi