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Farmaco innovativo efficace anche per rettocolite ulcerosa

Già approvato e in uso per la sclerosi multipla

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 05 OTT - Un farmaco da poco approvato per il trattamento della sclerosi multipla, ozanimod, si è dimostrato efficace anche nella terapia della rettocolite ulcerosa, malattia infiammatoria cronica che colpisce l'ultimo tratto dell'intestino e per cui attualmente non è ancora disponibile un trattamento efficace sul lungo periodo. La conferma arriva da uno studio clinico internazionale, pubblicato sul New England Journal of Medicine, coordinato anche da Silvio Danese, nuovo direttore dell'Unità Operativa di Gastroenterologia dell'Ospedale San Raffaele di Milano.
    Lo studio è stato condotto nel corso di cinque anni in oltre 285 centri e 30 Paesi in tutto il mondo, su più di 1000 pazienti tra i 18 e i 75 anni, affetti da colite ulcerosa moderata o severa. "Ozanimod è un farmaco immuno-modulatore, capace di bloccare i linfociti, cellule che giocano un ruolo chiave nelle malattie infiammatorie all'interno dei linfonodi. Di fatto gli impedisce di raggiungere gli organi dove scatenano l'infiammazione e danneggiano i tessuti", spiega Danese. "Il farmaco non solo è risultato ben tollerato ed efficace, ma è stato in grado di controllare la malattia in pazienti per cui le altre terapie avevano fallito". Agendo sulla risposta immunitaria dell'organismo, ozanimod potrebbe aumentare il rischio dello sviluppo di infezioni opportunistiche (cioè causate da batteri o virus in organismi con un sistema immunitario compromesso), ma il profilo di sicurezza del farmaco è molto solido, grazie all'ampio numero di pazienti trattato, non solo all'interno di studi clinici per la sclerosi multipla e per la colite ulcerosa, ma anche per il morbo di Crohn (studio ancora in fase di completamento). "Grazie alla ricerca in campo immunologico, abbiamo oggi a disposizione nuove classi di farmaci, capaci di interferire con i processi infiammatori e autoimmuni in modo sempre più mirato ed efficace - commenta Danese - Si tratta di terapie che potrebbero cambiare la nostra capacità di intervento per le malattie infiammatorie croniche intestinali, come la colite ulcerosa e il morbo di Crohn, ancora oggi altamente invalidanti". (ANSA).
   

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