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I farmaci antireflusso legati a un maggior rischio diabete

L'uso a lungo termine aumenta la possibilità di avere il tipo 2

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 01 OTT - L'uso regolare di farmaci anti-reflusso (gli inibitori della pompa protonica) è collegato a un aumento del rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. A dirlo è uno studio pubblicato dalla rivista scientifica Gut e realizzato da alcuni centri di ricerca cinesi e statunitensi.
    Secondo il lavoro, più a lungo vengono assunti questi farmaci, maggiore sembra essere il rischio.
    Questo spinge i ricercatori a consigliare ai pazienti che hanno bisogno di assumere questo genere di farmaci per due o più anni di sottoporsi a regolari controlli della glicemia per lo screening del diabete.
    Il loro uso a lungo termine è comunque stato collegato a un aumentato rischio di fratture ossee, malattie renali croniche, infezioni intestinali e cancro allo stomaco.
    Gli studiosi hanno analizzato i dati di 204.689 persone.
    Durante il periodo di monitoraggio medio di circa 9-12 anni a 10.105 di loro è stato diagnosticato il diabete di tipo 2. Il rischio annuo assoluto di una diagnosi tra gli utenti regolari di inibitori di pompa protonica è risultato essere 7,44 ogni 1000 rispetto a 4,32 ogni 1000 tra coloro che non assumevano questi stessi farmaci. Dopo aver tenuto conto di fattori potenzialmente influenti, tra cui ipertensione, colesterolo alto, inattività fisica e uso di altri farmaci, coloro che usavano regolarmente gli inibitori di pompa protonica avevano il 24% in più di probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2 rispetto agli altri. Più a lungo venivano assunti questi farmaci, maggiore era il rischio di sviluppare il diabete: l'uso fino a 2 anni era associato a un aumento del rischio del 5%; l'uso per più di 2 anni è stato associato a un aumento del rischio del 26%. I ricercatori hanno anche esaminato il potenziale impatto dei 'bloccanti H2', un altro tipo di farmaci utilizzati per frenare la produzione di acido gastrico in eccesso: il loro uso è stato associato a un aumento del rischio del 14%. (ANSA).
   

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