In Croazia prosegue il trend al rialzo nei contagi da coronavirus e da ieri sono stati registrati 91 nuovi casi di Covid-19, ma per ora non si pensa a nuove restrizioni. Lo ha riferito il ministro della Sanita, Vili Beros. Dall'inizio dell'epidemia nel Paese si sono avuti 3.325 contagi e 115 decessi. Attualmente vi sono 978 persone con l'infezione attiva, dei quali cento sono ricoverati negli ospedali e tre necessitano di respirazione artificiale.
Da fine maggio sono state normalizzate quasi tutte le attività sociali ed economiche, ma con obbligo di rispettare varie misure di prevenzione e di igiene, come l'uso delle mascherine protettive nei mezzi di trasporto pubblico, la distanza fisica, specie al chiuso, e il lavaggio frequente delle mani.
"La Croazia sta dimostrando come è possibile continuare a convivere con il coronavirus in modo relativamente normale, con i confini e le attività commerciali aperti", ha detto il ministro. "Con 81 casi su centomila abitanti - ha aggiunto - la Croazia è tra i Paesi europei con il quadro epidemiologico più favorevole".
La forte crescita dei contagi ha comunque suscitato polemiche sull'opportunità di limitare gli assembramenti pubblici portandoli dalle 500 persone di ora a cento o duecento e chiudere almeno i locali notturni al chiuso, che si sono dimostrati luoghi di trasmissione del virus. D'altro canto la Croazia è fortemente dipendente dagli introiti del turismo, e il governo ha un forte interesse a mantenere il Paese aperto. Il ministero del turismo ha riferito che oggi sulla costa croata il numero dei turisti è di circa la metà rispetto alla prima settimana di luglio del 2019.