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Coronavirus: a Bologna 47enne muore dopo trapianto di rene

Infezione contratta in reparto, Sant'Orsola: Rispettate le norme

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLOGNA, 24 APR - Un paziente di 47 anni di San Lazzaro di Savena, nel Bolognese, che il 13 marzo era stato sottoposto a un trapianto di rene, è morto mercoledì sera al Policlinico Sant'Orsola dopo avere contratto il coronavirus. Ne dà notizia l'edizione bolognese de Il Resto del Carlino. Il 47enne, Andrea Nutini, dopo il trapianto è stato ricoverato prima un giorno in Terapia intensiva, riferisce il quotidiano, poi è stato trasferito in terapia semi-intensiva, dove è rimasto altri 5 giorni. Successivamente è stato spostato nel reparto di Nefrologia, dove, prima di accedere, è stato sottoposto al tampone, che ha dato esito negativo. Il 47enne avrebbe contratto l'infezione in reparto nei 20 giorni seguenti. Divideva la camera con un altro paziente, e si sospetta che entrambi siano stati contagiati da un operatore sanitario, da un medico o da un infermiere. Quando ha manifestato i primi sintomi, tutti i degenti, anche quelli non entrati in contatto con lui, sono stati sottoposti al tampone, e due sono risultati positivi. Sono scattate tutte le misure di isolamento. "Una perdita che ci addolora - ha commentato il direttore generale del Sant'Orsola Chiara Gibertoni - Addolora tutta la comunità del Policlinico sapere di non essere riusciti a evitare il contagio da coronavirus in questo paziente e in altri tre ricoverati in Nefrologia a marzo quando si è verificato un focolaio, proprio in questo reparto, nonostante gli sforzi fatti e le attenzioni prese per prevenire l'infezione. I protocolli previsti, secondo quanto stabilito dalle indicazioni del Centro nazionale trapianti e dal Centro regionale trapianti per garantire l'attività di trapianto in corso di epidemia Covid, sono stati puntualmente adottati dall'equipe, e la struttura - ha concluso Gibertoni - si è adeguata ai protocolli comportamentali per evitare la diffusione del virus. Purtroppo, dobbiamo constatare quanto sia difficile controllare la diffusione di un virus da poco conosciuto, di cui non è evidente completamente la catena di trasmissione". (ANSA).
   

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