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Melanoma, presto rimborso terapia per casi non avanzati

Per pazienti con mutazione gene Braf. Negoziazione con Aifa

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 13 SET - Presto anche in Italia, chi ha un melanoma a stadio non avanzato potrà vedersi rimborsata dal Sistema sanitario nazionale la terapia a bersaglio molecolare che funziona in chi ha la mutazione Braf, presente nel 50% di questi malati. E' infatti in corso la negoziazione con l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), come ha spiegato oggi a Milano l'azienda produttrice dei farmaci.
    Si tratta della combinazione di un Braf inibitore unito ad un inibitore della proteina cellulare Mek. "Mentre questi farmaci sono già rimborsati da vari anni per il melanoma in fase metastatica - spiega Luigi Boano, general manager di Novartis per l'area oncologica in Italia - per la malattia in fase meno avanzata no". Sono disponibili i dati clinici usati su questi pazienti, con ottimi risultati, "e da diversi mesi l'Agenzia europea dei farmaci (Ema) ha provveduto a registrare la terapia con questa indicazione - continua - Per l'Italia è invece in fase di negoziazione il rimborso". Dal giugno 2018 è però stato avviato dall'azienda un programma ad uso compassionevole, per permettere di dare questa terapia anche ai pazienti con melanoma al terzo stadio e mutazione Braf. In questo caso si dice che la terapia è adiuvante o precauzionale, perchè viene effettuata dopo la chirurgia in assenza di qualsiasi sospetto che vi siano residui di malattia. "E' proprio in questi pazienti - aggiunge Michele Del Vecchio, responsabile dell'Oncologia medica melanomi all'Istituto dei tumori di Milano - che hanno un minor carico di malattia, che la terapia dà la risposta migliore. Tra l'altro gli inibitori Braf, oltre a bloccare la proliferazione del tumore, stimolano anche una risposta immunitaria". Per questi pazienti però è importante, conclude Del Vecchio, "iniziare la terapia Braf entro tre mesi dall'intervento chirurgico".(ANSA).
   

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