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Tumori, attesa per la rivoluzione Car-T, ma serve cautela

Bergamini (Janssen), prime terapie fatte da cellule 'su misura'

Pazienti italiani in attesa della terapia

Redazione Ansa

 E' ormai passato un anno dall'approvazione da parte dell'Ema della prima terapia con cellule Car-T, e l'attesa per l'arrivo in Italia è molto alta anche tra i pazienti nel nostro paese, anche se la rivoluzione in arrivo deve essere bilanciata da una grande cautela. Lo ricorda Loredana Bergamini, direttore medico della sede italiana di Janssen, una delle aziende impegnate nella ricerca in questo campo.
    "La prima grande rivoluzione è già nel fatto che queste terapie sono fatte da cellule, da organismi 'viventi', e questo è già incredibile. Sono prodotte per ciascun paziente singolarmente, mentre per un farmaco avviene il contrario, con una sola molecola che cura tutti. In pochissimo tempo questa innovazione è entrata nella speranza delle persone, da quando le prime Car-T hanno cominciato ad avere successo questo ha colpito molto, ma ha creato anche delle false aspettative, queste cellule non sono la panacea di tutti i mali, danno risultati spettacolari ma in alcuni casi. Ci deve essere una selezione accuratissima del paziente, che è un primo livello di garanzia, e solo centri specializzati e certificati possono maneggiarle".
    Questa terapia prevede di 'insegnare' ai linfociti dello stesso paziente a riconoscere le cellule tumorali ed eliminarle.
    Al momento, spiega Bergamini, sono state approvate Car-T per un tipo di leucemia acuta e per il linfoma a grandi cellule. "Noi siamo impegnati, nello studio di una applicazione per il mieloma, una evoluzione che per noi era naturale perchè da molto tempo studiamo questo tumore su cui nessuno aveva ancora cercato di sviluppare una terapia di questo tipo. I risultati degli studi che abbiamo condotto finora sono molto incoraggianti".
    (ANSA).
   

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