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Manager Facebook rivela, ho un 'male incurabile'

Per ora non si cura e monitora. Esperti, no a messaggio cancro è incurabile

Redazione Ansa

ROMA - Avere un "male incurabile", un lavoro che ti porta in giro per il mondo, quattro figli, ma decidere al momento di "guardare e aspettare" piuttosto che curarsi con la chemioterapia. E' la storia di Nicola Mendelsohn, 46 anni, vicepresidente di Facebook per l'Europa, Medio Oriente e Africa a cui un anno fa è stato diagnosticato un linfoma non Hodgkin: ha deciso di unire le forze sul social network aprendo una pagina per entrare in contatto con altri malati per non "sentirsi soli" e per aumentare la consapevolezza su una patologia non molto conosciuta.

 

 "Spesso spiego alle persone come possono disegnare il loro destino, è dura ricordarsi che ci sono cose che non si possono controllare", racconta Mendelsohn che ha avuto la diagnosi a novembre 2016. La top manager però ha deciso al momento di non curarsi perché le sue analisi del sangue sono regolari, monitora la malattia attentamente e in caso di peggioramento inizierà la chemioterapia e la radioterapia.

 

- Esperti,sbagliato messaggio'cancro male incurabile'
Linfomi tra i tumori più guaribili

 "Attenzione a definire i tumori dei 'mali incurabili', perchè da molte forme di cancro oggi si può guarire e, in particolare, proprio i linfomi sono tra le neoplasie maggiormente trattabili e guaribili". Ad affermarlo sono oncologi ed ematologi che, commentando l'annuncio della vicepresidente di Facebook Nicola Mendelsohn di avere un "male incurabile", un linfoma non Hodgkin, e di aver deciso al momento di "guardare e aspettare" piuttosto che curarsi, mettono in guardia dal rischio che tale massaggio lanciato attraverso il social media Fb possa avere un effetto fuorviante inducendo a pensare che nel caso di linfoma le cure possano essere inutili. "Esistono molti tipi di linfoma non hodgkin - sottolinea Mario Boccadoro, direttore divisione Ematologia della Città della salute e della scienza di Torino -. Vi sono le forme ad alto grado e quelle a basso grado o indolenti. In quest'ultimo caso si tratta di forme benigne per le quali è possibile non procedere a trattamenti ma adottare l'approccio 'wacth and wait', ovvero 'osservare ed aspettare', che sembrerebbe essere la scelta di Nicola Mendelsohn. Le forme ad alto grado vanno invece curate subito e sono guaribili nell'80% dei casi". Bisognerebbe conoscere il caso nel dettaglio, tuttavia, in generale, avverte, "non vorrei che un messaggio di questo tipo lanciato su Fb possa essere generalizzato inducendo chi legge a pensare che le cure contro i linfomi siano inutili". Sulla stessa linea anche il presidente eletto della Società italiana di oncologia medica (Aiom) Giordano Beretta, che rileva come per alcuni tipi di linfoma l'approccio 'watch and wait' possa anche rappresentare la "procedura corretta", anche se "tutto dipende dal tipo di tumore e dal suo stadio". Dunque, avverte, "il messaggio lanciato in questo caso su Fb non può essere generalizzabile: va detto che una grossa quota di linfomi è curabile e guaribile e tra tutti i tumori - conclude - i linfomi sono quelli che hanno la miglior prognosi".

   

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