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Campagna dei neonatologi spiega il rischio di non vaccinare

Importante anche per i neonati prematuri

Campagna dei neonatologi spiega il rischio di non vaccinare

Redazione Ansa

 In occasione della Settimana mondiale delle vaccinazioni, in programma dal 24 al 30 aprile, i neonatologi della Società italiana di neonatologia (Sin) hanno deciso di impegnarsi in prima persona in una campagna di comunicazione per spiegare ai genitori i rischi derivanti dalla scelta di non vaccinare i propri figli. L'obiettivo è contrastare la disinformazione sulle vaccinazioni obbligatorie, come spiegano in una nota. ''La scelta di non vaccinare i bambini o la vaccinazione selettiva esercitata da un numero crescente di genitori, e la conseguente recrudescenza di alcune malattie ormai debellate - scrivono - vanificano gli sforzi dei neonatologi di diminuire la mortalità e le patologie dei neonati, esponendoli ad un forte rischio di salute personale e sociale''. Ogni neonatologo della Sin s'impegnerà dunque personalmente ad informare i genitori sui rischi derivanti dalla mancata vaccinazione. L'allarme lanciato a fine marzo dall'Organizzazione mondiale della sanità sull'aumento del rischio di epidemie di morbillo in Italia preoccupa molto i neonatologi. ''Non si può e non si deve mettere in discussione l'importanza e la necessità delle vaccinazioni per il bene del singolo e della comunità'', commenta il presidente della Sin, Mauro Stronati. ''Se un numero consistente di genitori opterà per non vaccinare il proprio bambino - continua - verrà meno l'effetto gregge, cioè la protezione derivante dalle vaccinazioni collettive, che finora ha rappresentato una garanzia anche per quei pochi bambini non vaccinati''. Ci sono stati inoltre casi di ''lattanti che hanno contratto la meningite da Haemophilus influenzae di tipo b (Hib), prevenibile con la vaccinazione - concludono - o di adolescenti non vaccinati che hanno contratto la poliomielite e vivono ora le conseguenze della paralisi neurologica''. La vaccinazione è particolarmente raccomandata ai neonati pretermine, che, a causa delle complicanze della prematurità, sono più esposti alle conseguenze dannose delle malattie infettive prevenibili dalle vaccinazioni.
   

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