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In Usa un nuovo approccio per i casi più difficili di tumore nei bambini

Testata l'efficacia di decine di molecole su campioni di tessuto quasi in tempo reale

tumori pediatrici

Redazione Ansa

Prelevare un campione di tessuto tumorale, sottoporlo ad analisi molecolari per conoscerne le caratteristiche e, contemporaneamente, testare su di esso decine di farmaci fino a identificare la combinazione più efficace. Il tutto nel giro di poco più di una settimana per poter procedere prima possibile all'inizio del trattamento sul paziente. È questo l'approccio testato in una piccola sperimentazione condotta su bambini affetti da tumori senza più opzioni terapeutiche al Nicklaus Children's Hospital di Miami. I primi risultati della sperimentazione, pubblicati oggi su Nature Medicine, hanno mostrato che la strategia può dare una ulteriore chance di cura. Servono però altri studi per confermare i risultati.
    Negli ultimi anni, la possibilità di analizzare a livello molecolare il tumore, abbinata alla disponibilità di farmaci diretti contro bersagli molecolari, ha consentito di applicare trattamenti sempre più a misura di paziente. Questo approccio, tuttavia, "ha rivelato diversi limiti, in particolare per i tumori che mancano di mutazioni utilizzabili e trattamenti abbinati, come spesso accade nei tumori pediatrici", spiegano i ricercatori.
    Nella sperimentazione, perciò, questa strategia è stata integrata testando quasi in tempo reale l'efficacia di oltre 120 sostanze su campioni di tumore. Ciò "elimina le congetture e fornisce un elenco dei farmaci più efficaci con cui l'oncologo può lavorare", afferma in una nota Tomás R. Guilarte, tra gli autori dello studio.
    Dei 25 bambini coinvolti, 6 hanno effettivamente ricevuto il trattamento indicato dal protocollo. Cinque hanno tratto benefici. In uno di loro il tumore non si è ancora ripresentato dopo più di due anni, il doppio di quanto era avvenuto dopo un primo trapianto di midollo osseo.
    Lo studio è ancora preliminare e non è chiaro quanto a lungo i farmaci riusciranno a controllare la malattia. Questa strategia, però, "potrebbe essere il modo in cui trasformiamo il cancro in una malattia gestibile", conclude la coordinatrice della ricerca Diana Azzam. 
   

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