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Linfoma Hogkin, terapie biologiche e nuovi farmaci che agiscono su sistema immunitario

Redazione Ansa

Terapie biologiche che potenziano l'efficacia della chemioterapia, come un anticorpo monoclonale chiamato brentuximab, e poi nuovi farmaci che agiscono sul sistema immunitario, chiamati antipd1 o antipdl1, non ancora in commercio ma molto promettenti che hanno dato altissime risposte nei pazienti refrattari alle normali terapie. Queste alcune delle nuove strategie terapeutiche, alcune delle nuovi 'armi' anche se in genere non si tratta di terapie di prima linea, disponibili per il trattamento del linfoma di Hogkin , che abitualmente nei primi stadi viene curato con pochi cicli di chemioterapia e radioterapia, cercando di limitare i campi e le dosi, mentre in quelli più avanzati solo con la chemio. A spiegarlo è la dottoressa Graziella Pinotti, direttore di oncologia medica dell’ospedale di Varese.

"Il tasso di guarigione per questo tumore e' alto e l'orientamento del medico e' quello di una cura che può portare alla maggiore possibilità di guarigione senza esagerare; i trattamenti troppo intensivi hanno portato negli anni passati problemi come sterilità, disturbi di cuore,secondi tumori - spiega Pinotti - ora, soprattutto nei giovani, che sono una delle categorie colpite, c'è una maggiore attenzione a cose essenziali per continuare a guardare al futuro con ottimismo, come ad esempio la crioconservazione del liquido seminale per preservare la fertilità".

"Dal punto di vista psicologico - conclude - il supporto e' importante, e se per gli anziani la situazione e' un po' più complessa, per i giovani c'è il problema della scuola, della socializzazione con i compagni, ma in genere vi è una fiducia estrema: riescono a condurre una vita abbastanza normale supportati dagli amici e anche il medico e' abbastanza ottimista".

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