(ANSA) - ROMA, 06 FEB - In Italia, il diabete affligge circa
4 milioni di persone, generando un impatto significativo sul
Servizio Sanitario Nazionale. Nonostante soluzioni terapeutiche
sempre più mirate, permangono a livello strutturale delle
criticità. Se ne è parlato in occasione della tappa conclusiva
del tour, "La Pandemia Diabete T2'", organizzato da Motore
Sanità, con il contributo di Menarini Group e la collaborazione
scientifica di Amd. Criticità che "andranno progressivamente
risolte attraverso lo sviluppo di sinergie con tutti i
professionisti coinvolti nella presa in carico della persona con
diabete", come spiega Riccardo Candido, Presidente Nazionale Amd
e Presidente Fesdi. La sfida è quella di garantire l'equità
delle cure e possibilità di accesso ai servizi specialistici, ai
nuovi farmaci, alle tecnologie legate al diabete. "Molte
differenze esistono ancora fra le varie regioni -spiega Graziano
Di Cianni, Presidente Fondazione Amd - Investire sul diabete,
vuol dire investire sulla cronicità". Per il deputato Francesco
Maria Salvatore Ciancitto, componente della Commissione Affari
Sociali, la Legge 130 ha posizionato l'Italia all'avanguardia
nella prevenzione e diagnosi precoci ma "servono linee di
indirizzo nazionali per un percorso diagnostico terapeutico
assistenziale unitario in tutto il territorio, in modo da dare a
tutti i cittadini le stesse possibilità di diagnosi e cura". Si
tratta ora di "creare le condizioni finalizzate a superare il
retaggio storico del settorialismo - commenta Paola Pisanti,
consulente del ministero della Salute - per rendere
l'organizzazione dell'offerta assistenziale più organica". Per
Emilio Augusto Benini, Presidente Nazionale Fand, è importante
porre in rilievo le opportunità offerte dal Pnrr e dal Dm77,
concentrandosi sul ruolo delle case di comunità e delle
associazioni. "Se ben organizzate - spiega- possono dare
servizi al territorio non solo sanitario, ma anche sociale. Fand
sta da tempo organizzando corsi 'Diabetico Guida' per aiutare
sia i team diabetologici sia per essere presenti nelle case di
comunità". Per Gerardo Medea, Responsabile Nazionale della
ricerca Simg, è infine tempo di sfruttare il potenziale del
Chronic Care Model e le opportunità offerte dal Dm 71 del Pnrr:
"una favorevole e sinergica combinazione di fattori in grado di
fornire un forte impulso al miglioramento della qualità
dell'assistenza", conclude. (ANSA).
Diabete di Tipo 2, nuove frontiere per la cura
Medea, "bene sfruttare il potenziale del Chronic Care Model"