Diabete

Scoperta una nuova molecola per la lotta al diabete

Uno studio sui topi nota un miglioramento della malattia

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 29 LUG - E' stata scoperta una nuova molecola che potrebbe aiutare la lotta al diabete. Il ritrovato ha la firma dei ricercatori dell'Università dell'Alabama a Birmimgham, dell'Università del Massachusetts e della Cornell University che hanno notato come riesca a migliorare in modo significativo quattro caratteristiche della malattia: l'iperglicemia (l'aumento della glicemia nel sangue), l'iperglucagonemia (l'aumento dell'ormone glucagone che contrasta gli effetti dell'insulina, favorisce la produzione di glucosio e aumenta la glicemia), la produzione eccessiva del glucosio da parte del fegato e la steatosi epatica (condizione nota anche come 'fegato grasso').
    La molecola è la Sri-37330 e ha evitato che i topi avessero il diabete indotto da streptozotocina e obesità e ha migliorato l'omeostasi del glucosio.
    Gli studiosi, in un lavoro pubblicato sulla rivista Cell Metabolism, hanno descritto le forti proprietà antidiabetiche di questo composto chimico di nuova concezione. Lo Sri-37330 è stato scoperto dopo 20 anni di ricerche a seguito di uno screening che ha riguardato circa 300.000 composti.
    Il diabete è una malattia che colpisce due ormoni: l'insulina e il glucagone. In persone sane, l'insulina aiuta le cellule ad assorbire glucosio dal sangue quando i livelli di glucosio sono elevati e il glucagone aiuta il fegato a rilasciare glucosio nel flusso sanguigno quando i livelli di glucosio sono bassi. Nel diabete, il rilascio di insulina è ridotto, la sensibilità cellulare all'insulina può diminuire e il rilascio di glucagone è eccessivo. Ciò può causare un circolo vizioso di aumento dei livelli di glucosio nel sangue. Lo Sri-37330 sembra agire positivamente sulle isole pancreatiche che producono i due ormoni e anche sul fegato.
    Gli studi preclinici suggeriscono che questo potenziale farmaco potrebbe essere utile sia nel diabete di tipo 1 sia in quello di tipo 2. La sua efficacia nel ridurre il fegato grasso nei topi potrebbe portare anche a un nuovo trattamento della Nafld, la malattia del fegato grasso non alcolica.(ANSA).
   

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