Diabete

Calcio e dieta, il mix perfetto se si è in prediabete

Rischio malattie cardiovascolari si può ridurre del 50%

Calcio e dieta, il mix perfetto se si è in prediabete

Redazione Ansa

 Giocare a calcio e seguire la dieta sono due buone abitudini che combinate insieme possono essere di molto aiuto a chi ha il prediabete, una condizione che precede il diabete vero e proprio. Un allenamento di calcio a scopo ricreativo due volte a settimana, combinato con l'orientamento dietetico, migliora il livello di forma fisica e il profilo di salute cardiovascolare in donne e uomini non allenati di 55-70 anni con questa condizione. Inoltre porta a una perdita di peso più sana rispetto a una normale dieta. Lo rileva una ricerca condotta alle Isole Faroe dalla University of Southern Denmark e pubblicata sullo Scandinavian Journal of Medicine & Science in Sports. Lo studio ha coinvolto 50 persone, metà maschi e metà femmine, dai 55 ai 70 anni con prediabete. Ventisette di loro hanno ricevuto per 16 settimane un orientamento dietetico e sessioni di allenamento di calcio bisettimanali della durata di 30-60 minuti, gli altri 23 solo una guida dal punto di vista alimentare. Il miglioramento della salute cardiovascolare è stato determinato da un aumento della forma fisica e una diminuzione della pressione sanguigna. I cambiamenti notati si correlano bene con quello che i ricercatori avevano riscontrato in studi precedenti e si stima che il rischio di malattie cardiovascolari si possa ridurre del 50% presupponendo che si persista con dieta e allenamento. Il miglioramento del profilo di salute metabolica è stato determinato invece da una diminuzione del colesterolo totale, del colesterolo LDL, quello 'cattivo' e della percentuale di grasso corporeo rispetto al gruppo che ha ricevuto solo una guida dietetica. L'idea del calcio per le donne di 60 e 70 anni è nuova. Ma lo studio ha dimostrato che il cosiddetto Football Fitness - con un focus su un riscaldamento, esercizi con la palla a coppie e gioco su campi piccoli - è adatto. I partecipanti - evidenziano gli studios i- hanno gradito l'allenamento e non hanno riportato danni gravi a muscoli, ossa o articolazioni.(ANSA).
   

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