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Il latte artificiale inquina, troppe energia per produrlo

Allattando al seno per 6 mesi calo emissioni CO2 fino a 153 kg

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 03 OTT - Il latte artificiale, a causa delle materie prime di cui è fatto, nonché del dispendio di energia e acqua per la sua preparazione, fa male all'ambiente. Allattare al seno per almeno sei mesi riduce di 95-153 kg le emissioni di anidride carbonica (CO2) per ogni bebè. Lo rivela un lavoro di Natalie Shenker, dell'Imperial College London, pubblicato sul British Medical Journal. Se consideriamo solo la Gran Bretagna, scrivono gli autori dello studio, il risparmio in termini di emissioni di anidride carbonica che si otterrebbe incentivando l'allattamento al seno, equivale a togliere dalla strada qualcosa come 50.000-77.500 automobili ogni anno. Eppure a livello globale soltanto il 41% dei 141 milioni di bebè nati ogni anno viene allattato al seno in modo esclusivo per i primi sei mesi di vita. Il latte artificiale ha dei costi ambientali enormi, dovuti prima di tutto al latte vaccino in polvere, con tutto ciò che comporta in termini di emissioni di gas metano degli allevamenti e acqua per produrre latte vaccino; poi tutti gli additivi (minerali e vitamine e oli aggiunti) con cui viene integrato la cui produzione ha costi ambientali non trascurabili. Per di più il latte artificiale può essere preparato in modo sicuro solo scaldando l'acqua almeno a 70 gradi, che in termini energetici è equivalente all'energia usata per caricare 200 milioni di smartphone ogni anno.
    E la metà delle emissioni di gas serra associate al consumo di latte artificiale è riferibile al latte di proseguimento (o di crescita) che in realtà non è necessario al bambino.
    E ancora, in termini di rifiuti prodotti, uno studio ha mostrato che 550 milioni di confezioni di latte artificiale, pari a 86.000 tonnellate di metallo e 364.000 tonnellate di carta, finiscono nelle discariche ogni anno.
    Un conto pesante, insomma, se si pensa che il latte materno oltre a essere più sano è a zero spreco e praticamente non ha costi ambientali di produzione. Gli autori concludono quindi che è imperativo incentivare più possibile l'allattamento al seno, non solo per la salute di mamma e bebè ma anche per l'ambiente.
   

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