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Carne di pollo coltivata, ottenuta dalle proteine vegetali

Da una startup del Politecnico di Zurigo per aiutare l'ambiente

Carne di pollo "coltivata". ottenuta dalle proteine vegetali

Redazione Ansa

  Carne di pollo 'coltivata': si chiama planted chicken e l'ha ottenuta una startup del Politecnico di Zurigo per dare un aiuto all'ambiente, basandosi su un mix di proteine derivate dalla farina di piselli. E' di colore bianco e somiglia al petto di pollo a fette.
    Il progetto, di Lukas Boni e dei colleghi Pascal Bieri ed Eric Stirnemann fondatori della start-up Planted, nasce con l'intento di fornire una carne a base vegetale che sia un'alternativa alla carne prodotta dagli allevamenti intensivi. "A motivarci - ha rilevato Boni - non sono gli imperativi ideologici, ma quelli ecologici". Questo perché la produzione di carne genera circa il 18% dei gas serra globali, richiede grandi quantità di terra e foraggi, comporta un uso eccessivo di fertilizzanti. "Ecco perché - ha aggiunto - vogliamo offrire ai consumatori un sostituto della carne che sia rispettoso dell'ambiente e amico degli animali. Un prodotto che soddisfi anche la dimensione culturale del consumo di carne, cioè che piaccia al palato".
    Tutto è nato da un progetto sulla rapa che risale a quando Boni, ora trentenne, ha realizzato quando studiava scienze alimentari al Politecnico di Zurigo. Lì ha notato che le proteine della rapa hanno la forma di lunghi filamenti e che, se schiacciate, le rape formano un purè che può assorbire grandi quantità di acqua. In questo modo il purè ottenuto somiglia alla carne, che è essenzialmente fibre proteiche e acqua. Ispirato da questo, Böni ha mescolato una farina di proteine di piselli con acqua creando un impasto simile a quello della pasta. Quindi lo ha cotto e poi pressato con una sorta di schiaccia patate che ha conferito all'impasto una struttura fibrosa. "Per ottenere le caratteristiche fibrose della carne di pollo - ha detto - dobbiamo controllare le proprietà del flusso dell'impasto quando viene pressato". La tecnologia permette di regolare le lunghezze delle fibre delle proteine e, secondo l'esperto, grazie a questa caratteristica potrebbe essere potenzialmente possibile imitare vari tipi di carne animale, dal manzo, fino al pesce.
   

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