Motori

Suzuki: Nalli, un brand sempre a misura di cliente

L'intervista al presidente di Suzuki Italia

Suzuki, un brand sempre a misura di cliente

Redazione Ansa

Un marchio che vuole essere protagonista sul mercato ha bisogno di comprendere le necessità della propria clientela e di fornirle dei prodotti in linea con le proprie esigenze.
    "Il DNA di Suzuki è sempre stato quello di aiutare i clienti e i potenziali clienti a vivere meglio, attraverso prodotti che cercano di combinare il soddisfacimento delle esigenze con l'accessibilità - ha spiegato Massimo Nalli, presidente di Suzuki Italia - e con accessibilità intendo non solo posizionamento di prezzo, ma anche tipologia di prodotti. Le vetture compatte, per esempio, che sono tanto apprezzate in Italia per la loro agilità nel traffico, stanno scomparendo dai listini dei concorrenti perché non è semplice progettarle: devono essere leggere, complete, tecnologicamente all'avanguardia, pur essendo compatte".
    Osservando l'offerta generale non sono tante le proposte tra cui scegliere tra le citycar. "Nel segmento A, dove ci sono poche auto oltre la Fiat Panda - continua Nalli - c'è una vettura molto moderna della Suzuki che si chiama Ignis.
    La Suzuki ha dunque proseguito nella direzione delle vetture compatte, dotandole di grandi equipaggiamenti come il sistema Suzuki Hybrid che aiuta a consumare poco e ad abbattere la Co2".
    Oltre all'elettrificazione però, oggi le auto più desiderate sono quelle connesse e sicure. "Noi siamo stati i primi ad investire sulla connettività per i segmenti A e B, e continuiamo a fornirla di serie, su tutta la gamma - aggiunge Nalli - e con Suzuki Connect, un'App per ora disponibile solamente sulla S-Cross, il telefono interagisce con i sistemi della vettura.
    In merito alla sicurezza, oltre alla trazione integrale presente su tutta la gamma, ad eccezione della Swace, abbiamo su tutti i modelli, anche sui segmenti A e B, sistemi di guida assistita di secondo livello che abbiamo denominato in modo speriamo comprensibile (attento frena, guida dritto, resta sveglio, guarda spalle, vai pure, e occhio al limite)".
    La tecnologia però spesso va a braccetto con lo stile, che resta un elemento fondamentale nella scelta. "Il design del brand è migliorato grazie al centro stile di Torino autore della nuova S-Cross, e che serve la Suzuki in tutto il mondo".
    Un mondo che nel settore dell'automotive ha scontato nel recente passato la carenza di componenti, scotto pagato anche da Suzuki. "Il 2022 è stato un anno terribile dove abbiamo sofferto la carenza di componenti elettronici - racconta Nalli - per cui il 2023 porterà di sicuro un miglioramento: l'abbiamo visto in questo primo scorcio di 2023 dove sinora Suzuki è cresciuta di oltre il 13%; comunque, la problematica è in via di risoluzione con tempi di consegna ridotti".
    Il futuro invece, anche per Suzuki sarà elettrico. "La Suzuki sarà pronta, anzi è già pronta - indica Nalli - perché la prima elettrica, apparsa in forma di concept all'Auto Expò di Nuova Dheli, la vedremo nel 2025, sarà un SUV a 4 ruote motrici, quindi con il DNA del marchio".
    Ma l'auto elettrica non può essere l'unica soluzione. "Suzuki sul fatto che la mobilità debba venire a patti con l'ambiente non ha alcun dubbio - aggiunge Nalli - che la soluzione sia l'auto elettrica a batteria, però ha qualche perplessità per 3 motivi. Il primo è il prezzo, le auto elettriche fino a prova contraria costano molto. Il secondo è l'autonomia, la capacità delle batterie nell'offrire chilometraggi elevati. Il cliente finché ha l'alternativa di avere un'auto che ha centinaia di km di autonomia, non va a cercare una situazione di disagio. Il terzo sono le colonnine, perché anche con un'autonomia bassa si potrebbe ovviare con punti di ricarica disseminati sul territorio, ma non si ha la certezza di trovare le colonnine nel momento in cui effettivamente se ne ha bisogno".
    Tutti questi aspetti rendono il passaggio alle auto elettriche dal punto di vista pratico complesso. "Suzuki sta investendo in tante direzioni, tra queste i biocarburanti, perché in India dove abbiamo circa il 50% di quota di mercato è importante utilizzare combustibili che non emettano Co2, o a bassissima Co2. Inoltre, lavoriamo anche sull'idrogeno e vediamo l'idrogeno come una possibilità di vera sostenibilità, perché - conclude Nalli - l'elettrico sarà il futuro ma va introdotto in maniera ragionevole".

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