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Urso, lontani da prezzi benzina in cui Draghi tagliò accise

In arrivo dal governo un ddl di riforma del settore

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 10 APR - Il prezzo della benzina è "ben diverso dal livello dei prezzi che ci siamo ritrovati noi, quando il governo Draghi fu costretto, essendo stato lì sfondato il tetto dei 2,30 euro, addirittura, a realizzare un taglio delle accise che costò un miliardo di euro al mese".
    Lo ha affermato il ministro delle Imprese e del Made in Italia Adolfo Urso rispondendo al question time alla Camera sul prezzo dei carburanti.
    Urso ha annunciato che il governo nei prossimi giorni porterà al consiglio dei Ministri un ddl di riforma strutturale del settore della distribuzione dei carburanti. Il progetto, che si snoda lungo tre direttrici, prevede tra l'altro la bonifica e la riconversione degli impianti, di una parte degli impianti, verso l'elettrico, favorendo la chiusura dei punti vendita obsoleti e inefficienti. "Il prezzo della benzina - ha spiegato - che è stato su livelli molto bassi per 6 mesi, su livelli che si attestavano a 1,80 euro per la benzina e 1,75 euro per il gasolio, è salito a 1,91 euro per la benzina e a 1,81 euro per il gasolio". Urso ha poi evidenziato che "quando arrivammo al Governo, il tasso di inflazione era dell'11,8 per cento, oggi è dell'1,3 per cento". "Il riordino prevede, sostanzialmente, tre linee direttrici - afferma il ministro - La prima linea riguarda la regolamentazione in maniera puntuale del regime di autorizzazione per l'attività di distribuzione dei carburanti, in modo da assicurare la necessaria qualificazione soggettiva dei gestori sul piano tecnico e morale. Il secondo obiettivo è l'esigenza di elevare i livelli di tutela e protezione delle condizioni lavorative e dell'esercizio di impresa degli operatori del settore al fine di evitare situazioni di potenziale abuso di dipendenza economica nel rapporto tra i titolari degli impianti fornitori e i gestori degli impianti". C'è poi la terza direttrice "altrettanto e forse ancora più importante, perché si tratta anche di rispondere all'esigenza della transizione ecologica" che "prevede l'esigenza di incentivare la bonifica e la riconversione degli impianti verso l'elettrico. In Italia abbiamo circa 20.000 rivenditori di carburante, a fronte, per esempio, della Germania, in cui ve ne sono circa la metà. Ebbene, prevedremo la bonifica e la riconversione degli impianti, di una parte degli impianti, verso l'elettrico, favorendo la chiusura dei punti vendita obsoleti e inefficienti. Insomma adotteremo finalmente quella legge di riordino del settore che i gestori - e anche certamente i cittadini ed i consumatori - si attendevano da tanto tempo".

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