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Stellantis, accordo per uscita volontaria 1.520 lavoratori

733 in strutture centrali e 300 alle carrozzerie Mirafiori

Redazione Ansa

A una settimana dai tavoli convocati al ministero delle Imprese e del made in Italy sugli stabilimenti italiani di Stellantis, arriva l'annuncio dell'accordo tra l'azienda e sindacati metalmeccanici torinesi per l'uscita volontaria incentivata di 1.520 lavoratori, su un bacino di circa 15mila addetti complessivamente nell'area piemontese.
L'intesa riguarda dipendenti di 21 società del gruppo presenti sul territorio: sono 733 uscite incentivate nelle strutture centrali (impiegati e quadri) e 300 uscite alle Carrozzerie di Mirafiori. Nel frattempo spunta l'ipotesi di una trattativa di Tesla con il governo per la produzione in Italia di camion e furgoni elettrici. E un'altra grande azienda di veicoli elettrici che potrebbe arrivare in Italia, il gruppo cinese Byd, ha registrato un un utile record pari a 4,16 miliardi di dollari.
La Byd, che nel 2023 ha superato Tesla nella produzione di veicoli elettrici, è uno dei nomi ricorrenti per un insediamento a Mirafiori dove la forza lavoro di Stellantis scende con l'intesa tra azienda e sindacati comunicata oggi.
"Gli accordi in corso di realizzazione con le organizzazioni sindacali a Torino e in altre realtà locali italiane - spiega un portavoce di Stellantis - rientrano nel percorso definito nell' accordo quadro siglato venerdì scorso con le organizzazioni sindacali nazionali firmatarie del Contratto collettivo specifico di lavoro. Rientrano - afferma ancora il portavoce di Stellantis - nell'ambito delle iniziative attuate per affrontare gli effetti del processo di transizione energetica e tecnologica in corso e che sta interessando il settore automotive in tutti i suoi aspetti".
Rocco Cutrí, segretario generale Fim- Torino e Canavese. Stellantis, fa notare che "gli esuberi sono da riportare all'accordo di separation che prevede la possibilità di uscite incentivate esclusivamente su base volontaria da parte dei lavoratori. Questo esclude la facoltà di procedere unilateralmente con licenziamenti forzati". Per la Fiom, che non ha firmato l'accordo, "è un macigno sul piano di incontri convocati dal Ministro Adolfo Urso del Mimit con i sindacati, le Regioni e le imprese", affermano il segretario generale Michele De Palma e il segretario nazionale, Samuele Lodi.
L'arcivescovo di Torino, mons. Roberto Repole, parla di "doccia fredda per la città. Torno a domandarmi e a domandare quali siano i veri progetti per Mirafiori: un eventuale piano di rilancio della produzione non è in contrasto con la continua riduzione dei posti di lavoro?". Gianna Pentenero, assessora al Lavoro della Città di Torino e candidata dal Pd alla presidenza della Regione Piemonte. 

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