Il settore dell'automotive, già in difficoltà a causa della pandemia e della crisi dei semiconduttori internazionale, rischia di subire un ulteriore duro colpo dalla situazione geopolitica in Ucraina. A lanciare l'allarme è Deloitte, che evidenzia anche come la transizione verso la mobilità green è ostacolata alla luce della forte dipendenza dell'industria europea da alluminio, palladio e neon provenienti proprio da Russia e Ucraina.
L'obiettivo della Commissione Europea di arrivare a 30 milioni di veicoli a zero-emissioni in circolazione entro il 2030 appare dunque a rischio nonostante il "Chips Act", il provvedimento annunciato poche settimane fa, che prevede 15 miliardi di investimenti pubblici e privati entro il 2030 che si aggiungono agli oltre 30 miliardi già stanziati dall'UE.
"Dal punto di vista delle istituzioni europee, la strategia di lungo periodo è incentrata sull'auto elettrica come chiave di volta per centrare il target di 30 milioni di veicoli a zero-emissioni in circolazione entro il 2030. Per i regolatori non è dunque più una questione di "quando" bensì di "come" raggiungere questi obiettivi che però furono delineati ben prima dell'attuale guerra e di tutte le conseguenze di lungo termine dovute alla pandemia. Sarà importante quindi che le istituzioni mantengano un approccio volto a promuovere tutte le tecnologie "green". Altrettanto importante sarà il supporto economico che l'Europa metterà in campo per le imprese" ha dichiarato Giorgio Barbieri, senior partner di Deloitte e North &South Europe Automotive Leader.
Auto: Deloitte, guerra rallenta transizione elettrica
La crisi del settore peggiorata dalla situazione in Ucraina