"I musei dell'auto in Italia non sono soltanto quelli di Ferrari e Lamborghini". Con questa affermazione, che lascia subito intendere come l'autore del reportage abbia voluto andare più a fondo nella scoperta dei 'tesori' motoristici del Paese, l'autorevole quotidiano americano New York Times inizia il suo diario - intitolato 'A Tour of Italy, and a Century of Stunning Cars' - dedicato alla visita al Museo Alfa Romeo di Arese, al Mauto di Torino e alla Fondazione Pirelli a Milano, scelti dopo "un ricerca di altre grandi testimonianze dell'automobile oltre quelle che normalmente si trovano nelle guide dei turisti".
Sono quelli che il giornalista Stephen Williams ha scoperto in un recente viaggio tra Milano e Torino. E che (curiosamente) suscitano tanta meraviglia, fino a definire "un romantico profondo tuffo in 111 anni di storia italiana" la visita al Museo Alfa dove il viaggio nella tecnologia inizia con il carro autonomo di Leonardo da Vinci del 1478 e dove "si scopre che Alfa Romeo significa altre tonalità di rosso" alludendo all'elenco (forse più lungo) di gioielli rispetto ai bolidi rossi di Maranello.
Ci sono le Alfetta da 1,5 litri che dominarono il primo campionato del mondo di Formula 1 nel 1950, e la splendida Giulietta coupé, che fece riaccendere l'interesse per l'Alfa nelle concessionarie nel 1954. E ancora la decappottabile rossa di Dustin Hoffman, l'Alfa 1600 Duetto che l'attore guida sul Bay Bridge nel film "Il Laureato. The Graduate". "Per i turisti che arrivano dal Nordamerica - scrive nel suo reportage Williams - il classico itinerario è quello che prevede l'arrivo a Roma e poi Firenze, Milano e Venezia. Ma per gli appassionati di automobili le tappa obbligata è a Torino.
"Capitale d'Italia prima di Roma - scrive il giornalista del NYT - vanta una ricca storia, con tutte le icone del design che sono nate qui". Logico suggerire una sosta al Museo Nazionale dell'Automobile, di recente battezzato Mauto, che "è forse il più grande al mondo interamente dedicato all'auto". Ci sono 200 modelli costruiti dal 1854 in poi. Fondato nel 1933 è stato rinnovato nel 2011 e attira circa 200mila visitatori all'anno.
A differenza di altri musei automobilistici - dove dominano l'acciaio e le leghe leggere - alla Fondazione Pirelli, situata nel centro di Milano, la storia dei motori è scritta sulla gomma. Il lungo servizio del NYT si sofferma sulle vicende che abbracciano 150 anni della P lunga e sul rapporto con le Case automobilistiche, con il mondo dello sport, con le istituzioni e la pubblicità. "C'è anche - scrive Williams - un ampio archivio di documenti e articoli storici, se l'interesse per Pirelli è più accademico. Studenti e ricercatori vi possono accedere dopo aver preso accordi".
Grantour Italia motori, per NYT tappe Alfa, Mauto e Pirelli
Reportage sul quotidiano di New York 'Non solo Ferrari e Lambo'