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Tar, non motivato Mit su Fiat per richiamo Euro 6 diesel

Accolto il ricorso contro il provvedimento ministeriale del 2018

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 31 GEN - Non è motivato il provvedimento con il quale il ministero dei Trasporti nel marzo 2018 ha richiesto a Fiat Chrysler Automobiles (ora Stellantis) l'avvio di una campagna di richiamo di autovetture della gamma Euro 6 diesel per renderle "pienamente compatibili" con la normativa europea.
    L'ha deciso il Tar del Lazio con una sentenza con la quale ha accolto un ricorso proposto da Fiat Chrysler Automobiles Italy Spa e Fiat Chrysler Automobiles N.V. Una vicenda complessa basata sul tema del divieto di utilizzo sugli autoveicoli di impianti di manipolazione che riducono l'efficacia dei sistemi di controllo delle emissioni. In seguito al cosiddetto Dieselgate, la Commissione europea invitò gli Stati membri a svolgere indagini sui veicoli circolanti. Il Kraftfahrt-Bundesamt, autorità competente per i veicoli omologati in Germania, sottopose a prova, tra gli altri, il modello "Fiat 500 X 2000 Awd Euro 6 diesel", regolarmente omologato in Italia, rilevando alcune criticità in tema di controllo delle emissioni. La Commissione europea avviò un procedimento, concluso senza alcuna azione richiesta a Fca. Nel maggio 2017, però, arrivò una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia; proprio quando Fca annunciò di aver completato lo sviluppo di nuove e più aggiornate versioni delle proprie calibrazioni diesel Euro 6. In seguito alla procedura d'infrazione, il Ministero emanò comunque il provvedimento, poi contestato davanti al Tar.
    I giudici hanno oggi accolto lacensura di difetto d'istruttoria e motivazione, nonché di contraddittorietà e genericità del contenuto prescrittivo del provvedimento. "Dalla lettura del provvedimento - scrive il Tar - non è possibile evincere con sufficiente certezza quale sia lo specifico profilo di non conformità contestato alla ricorrente"; e "neppure soccorre, al riguardo, il riferimento alla procedura d'infrazione n.
    2017/2044, i cui esatti termini sono rimasti sconosciuti nel corso del procedimento, non essendo stati prodotti i relativi atti". Il provvedimento ministeriale è stato quindi annullato, con richiesta all'Amministrazione in caso di sua riedizione, "di precisare, ove esistente, lo specifico profilo di non conformità contestato alla ricorrente, i termini della necessaria conformazione alla pertinente normativa nonché (ove ancora necessario) le misure in concreto indispensabili per garantire che gli autoveicoli oggetto di controllo risultino corrispondenti alla omologazione a suo tempo concessa". (ANSA).
   

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