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Breton, nessun tabù su revisione stop a diesel-benzina 2035

Il commissario: 'Rischio di ritardo c'è, ma l'obiettivo resta'

Redazione Ansa

(ANSA) - BRUXELLES, 04 NOV - Lo stop adottato in via definitiva la scorsa settimana all'immissione sul mercato di nuove auto a benzina e diesel entro il 2035 rappresenta "un passaggio gigantesco per l'intera industria" automotive e per questo la tappa intermedia del 2026 sarà cruciale per fare il punto e, se necessario, aggiustare il tiro "senza tabù". E' questo in sintesi il messaggio che il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, ha lanciato in un'intervista ad alcune testate internazionali, tra cui Il Corriere della Sera e Politico.
    Breton ha messo in luce che esiste il "rischio" di ritardi, elencando tutte le possibili criticità del passaggio dai motori a benzina e diesel all'elettricità: la perdita di "seicentomila posti di lavoro", il "consumo enorme di materie", dettagliato in "quindici volte più di litio entro il 2030, quattro volte più di cobalto e grafite, tre volte più di nichel", così come l'aumento della produzione di elettricità priva di emissioni e della corsa per l'installazione di 7 milioni di stazioni di ricarica, ferme oggi a 350mila in tutta Europa, di cui il 70% concentrate in Francia, Germania e Paesi Bassi. Tutti elementi a cui non approcciarsi con uno sguardo miope sull'obiettivo ambizioso dello stop al 2035 per l'intero settore, lasciando dunque aperta la porta alla possibilità di posticipare la scadenza sulla base dei risultati ottenuti al 2026.
    Le parole del commissario hanno però acceso la discussione a Bruxelles a una settimana dallo storico accordo. I portavoce Ue hanno sgomberato il campo da possibile "confusione nel messaggio politico". "Il commissario ha indicato che nel 2026 potremmo rivedere le misure necessarie per centrare il target del 2035", ha chiarito il portavoce capo della Commissione europea, Eric Mamer, precisando tuttavia che l'impegno di tutti è rivolto a "centrare l'obiettivo 2035". (ANSA).
   

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