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Quirinale: il codice della strada non attiene al dl semplificazioni

La Corte Costituzionale ha in più occasioni richiamato al rispetto di tale requisito. Il presidente Sergio Mattarella ha firmato il dl semplificazioni

Il presidente Sergio Mattarella ha firmato il dl semplificazioni

Redazione Ansa

"Nel preambolo, il decreto-legge intende corrispondere alla duplice esigenza di agevolare gli investimenti e la realizzazione delle infrastrutture attraverso una serie di semplificazioni procedurali. Il testo a me presentato, con le modifiche apportate in sede parlamentare, contiene tuttavia diverse disposizioni, tra cui segnatamente quelle contenute all'articolo 49, recante la modifica di quindici articoli del Codice della strada, che non risultano riconducibili alle predette finalità e non attengono a materia originariamente disciplinata dal provvedimento". Lo scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una lettera inviatra al premier e ai presidenti dei due rami del Parlamento dopo aver firmato il dl semplificazioni.  "La legge - n. 400 del 1988, legge ordinaria di natura ordinamentale volta anche all'attuazione dell'articolo 77 della Costituzione, annovera tra i requisiti dei decreti legge l'omogeneità di contenuto. La Corte Costituzionale ha in più occasioni richiamato al rispetto di tale requisito. Nel caso in esame - prosegue il Capo dello Stato nella lettera - attraverso un solo emendamento approvato dalla Commissione di merito al Senato in prima lettura, si è intervenuti in modo rilevante su una disciplina, la circolazione stradale, che, tra l'altro, ha immediati riflessi sulla vita quotidiana delle persone. L'emendamento è stato quindi trasfuso nel più ampio emendamento interamente sostitutivo dell'articolo unico del provvedimento, testo sul quale il Governo, sia al Senato che alla Camera, ha posto la questione di fiducia".

Il presidente Sergio mattarella ha firmato il dl semplificazioni ma ha accompagnato la firma con una lettera ai presidenti di Camera e Senato e al presidente del Consiglio nella quale sottolinea come "diverse disposizioni" non risultano riconducibili alle finalità originarie e invita il Governo "a vigilare affinché nel corso dell'esame parlamentare dei decreti legge non vengano inserite norme palesemente eterogenee rispetto all'oggetto e alle finalità dei provvedimenti d'urgenza". Infine rappresenta "al Parlamento l'esigenza di operare in modo che l'attività emendativa si svolga in piena coerenza con i limiti di contenuto derivanti dal dettato costituzionale".
   

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