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Norme Usa, Epa punta a proteggere l'industria dell'auto

Nuovi standard per truck avranno però effetti positivi su CO2

Test di omologazione consumi EPA

Redazione Ansa

ROMA - Negli Stati Uniti le dichiarazioni fatte dall'ente federale EPA (Environmental Protection Agency) sulla volontà di rendere accettabili per l'industria automobilistica i futuri limiti Usa sulle emissioni, già fissati dall'amministrazione Obama per le scadenze 2022-2025, sono state accolte positivamente da gran parte del mondo industriale nordamericano.

Questo non solo perché potrebbe diventare meno impegnativo - e meno costoso - l'adeguamento dei motori al limite di 163 g/miglio di CO2 (equivalenti a 101,28 g/km) ma perché consentirebbe ai costruttori di continuare a proporre modelli 'appetibili' per il pubblico, con le caratteristiche richieste in futuro dal mercato e con prezzi accettabili. Il limite per i consumi che al momento è stato fissato per la scadenza 2025 è di 54,5 miglia per gallone, cioè 23,17 km/litro, ma secondo gli analisti di Height Capital Markets sarebbe sufficiente - per non penalizzare un settore così vitale per gli Usa - restare tra le 46 e le 50 miglia per gallone. Obiettivi che possono essere raggiunti non solo intervenendo sui motori, ma anche proseguendo nella strategia di riduzione del peso dei veicoli già avviata da EPA e NHTSA l'autorità nazionale per la sicurezza automobilistica. Tutto questo senza rendere meno efficace la protezione attiva e passiva dei passeggeri e peggiorare il confort a bordo.

Per alcuni osservatori la manovra più significativa è però quella già varata dalle due agenzie federali nello scorso agosto e che riguarda i veicoli medi e pesanti da trasporto merci. Con scadenza 2019-2027 questi nuovi standard puntano ad abbassare tra il 28 e il 48% i consumi dei 'truck' ed evitare l'immissione nell'atmosfera di 1,1 miliardi di tonnellate di CO2 nel ciclo vita dei mezzi venduti in quel periodo. Un aspetto tutt'altro che trascurabile e forse più 'green' di quanto voluto dallo stesso Trump.

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