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Brembo, conti record. No alla fusione con Pirelli

Ricavi 3,6 miliardi, utile sfiora 300 milioni. 2023 in crescita

Redazione Ansa

Brembo chiude il 2022 con risultati record, grazie a ricavi che per la prima volta superano quota 3 miliardi di euro e un utile che sfiora i 300 milioni, e, dopo il patto con Camfin su Pirelli, ribadisce che una fusione con il gruppo guidato da Marco Tronchetti Provera "non è" un'opzione "sul tavolo". L'esercizio si è chiuso con 3.629 milioni di ricavi, in crescita del 30,7% sul 2021. Anche a parità di perimetro - dal primo novembre 2021 Brembo consolida il gruppo spagnolo J.Juan - l'incremento sarebbe stato del 27,6%. Il margine operativo lordo è così salito del 24,4% a 625,2 milioni e l'utile del 35,9% a 292,8 milioni, permettendo al cda di ritoccare da 0,27 a 0,28 euro ad azione il dividendo, agevolato da un indebitamento finanziario che si è ridotto da 630,7 a 502 milioni. "Brembo chiude con soddisfazione il 2022; in termini di ricavi, margini e utile netto, abbiamo registrato i valori più alti di sempre nella storia dell'azienda. Tutti i segmenti di riferimento in cui operiamo hanno contribuito a questo risultato. Un traguardo raggiunto pur nelle complessità di un anno caratterizzato in particolare dalle conseguenze della guerra in Ucraina e dal perdurare di dinamiche inflazionistiche sui mercati delle materie prime", ha commentato il presidente Matteo Tiraboschi, che ha attribuito la debolezza del titolo in Borsa (-2,6% a 14,26 euro) alle "prese di beneficio" degli investitori, passati "alla cassa" dopo i recenti rialzi (+36% da inizio anno). Anche se "lo scenario è decisamente incerto e l'imprevedibilità è diventata ormai una costante" il 2023 "è iniziato bene", ha detto Tiraboschi, che si attende per l'anno in corso una crescita dei ricavi nell'area del 5%. Sul fronte delle acquisizioni, dopo quella di Sbs Friction a fine 2020 e quella di J.Juan nel 2021, "al momento non c'è nulla di concreto sul tavolo". Brembo continua a monitorare "con attenzione quello che succede sul mercato", con Brembo Ventures a caccia di piccole start up da sviluppare. Carte coperte invece sul patto con Camfin, le cui future evoluzioni sono oggetto di speculazione da parte del mercato. Esclusa una fusione tra Pirelli e Brembo, che per qualche broker come Equita ed Akros potrebbe penalizzare le valutazioni del gruppo della famiglia Bombassei, per Tiraboschi è ancora presto per ipotizzare le "potenziali aree comuni di sviluppo e innovazione". "Abbiamo stretto un accordo di allineamento su quelle che sono le nostre posizioni ma - ha detto - è ancora tutto troppo prematuro".

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