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Stellantis: uscite incentivate, fino a 2.000 entro l'anno

La Fiom non firma l'accordo, quasi 7.000 posti persi dal 2021

Redazione Ansa

È stato siglato oggi un nuovo accordo quadro tra Stellantis e i sindacati per uscite incentivate entro il 31 dicembre 2023. Riguarda quasi tutti gli stabilimenti. Lo hanno firmato Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Associazione Quadri, non la Fiom. Le uscite saranno su base volontaria, con incentivi maggiori per le fasce d'età più alte. L'accordo, che per divenire operativo richiederà specifiche procedure nelle singole realtà produttive, interesserà al massimo 2.000 lavoratori, il 4,4% dell'occupazione totale in Italia, pari a circa 47.000 dipendenti. Le misure riguardano per lo più mansioni non direttamente collegate alla produzione. Sono interessati gli stabilimenti di Cassino, Mirafiori, Enti Centrali, Pratola Serra, Termoli e Cento, mentre alla ex Sevel di Atessa è prevista l'apertura di un contratto di espansione con la stabilizzazione di alcuni lavoratori in somministrazione. Circa la metà delle uscite riguarderà prevedibilmente gli impiegati, di cui 800 degli Enti Centrali di Mirafiori. Gli incentivi si differenziano in base alla condizione. A coloro che raggiungeranno la pensione entro quattro anni verrà riconosciuto un incentivo tale da garantire per i primi due anni (sommato alla Naspi) il 90% della retribuzione e per gli ulteriori due anni il 70% della retribuzione più i contributi volontari. A coloro che non agganciano la pensione, invece, verrà riconosciuto un incentivo variabile a seconda della età. "Abbiamo ribadito la nostra contrarietà a proseguire su questa strada in assenza di un piano che preveda la rigenerazione dell'occupazione". Così Simone Marinelli, coordinatore nazionale auto per la Fiom Cgil, spiega la decisione di non firmare l'accordo che prevede fino a 2.000 uscite negli stabilimenti di Stellantis. "Saranno coinvolti gli stabilimenti di Cassino, Mirafiori, Enti Centrali, Pratola Serra, Termoli e Cento per un totale di circa 1.800 lavoratrici e lavoratori - spiega Marinelli - di cui circa 900 solo negli enti centrali. Siamo a quasi 7.000 posti di lavoro persi dal 2021. Per queste ragioni abbiamo ribadito la nostra contrarietà a proseguire su questa strada in assenza di un piano che preveda la rigenerazione dell'occupazione.Per la Sevel si sta valutando, invece, il ricorso al contratto di espansione con l'opportunità di accompagnare alla pensione chi potrà andarci entro i prossimi 5 anni. Il contratto di espansione prevede, inoltre, l'obbligo di assumere nuovi lavoratori nella misura di un terzo di quelli che hanno aderito all'uscita incentivata, e un percorso di formazione per la riqualificazione. È preoccupante, poi, la situazione dello stabilimento della Vm di Cento, dove si è condiviso un percorso che ha bisogno però di essere sostenuto e monitorato anche dalle Istituzioni. Stellantis continua per la strada della riduzione dell'occupazione senza prospettive future. È necessario che il tavolo avviato dal Ministro Urso lo scorso 14 dicembre diventi permanente. Stellantis deve dare risposte e garanzie, sul futuro dei propri stabilimenti, degli enti di staff e dell'indotto dove si stanno per aprire le prime gravi crisi industriali".

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