Rubriche

Terre Canossa a Fontanella-Covelli su Lancia Lambda Spider

Gara dominata da auto 'pre-war'. Molti gli equipaggi stranieri

Redazione Ansa

Il Gran Premio Terre di Canossa, giunto alla sua undicesima edizione, è la prima gara internazionale italiana dedicata alle auto storiche che riapre la stagione agonistica dopo il forzato stop imposto dalla pandemia.
    Una ripartenza spettacolare, a cavallo tra Emilia, Liguria e Toscana, animata da oltre 70 equipaggi (in coda anche un manipolo di Ferrari moderne) e soprattutto da una nutrita rappresentanza di concorrenti stranieri che apprezzano questa formula agonistica a metà tra regolarità e glamour. Le quattro giornate di gara infatti, tra il 20 e il 23 maggio, prevedevano tre serate, per così dire, sportive di gala: la prima nel castello di Salsomaggiore Terme, la seconda a Bocca di Magra e l'ultima sulla spiaggia di Forte dei Marmi, un beach party al Bambaissa.


    I vincitori sono risultati Gianmario Fontanella e Anna Maria Covelli, a bordo di una Lancia Lambda Spider anteguerra, auto spesso competitiva anche alla 1000 Miglia, che hanno preceduto la Fiat 1100 Siluro di Cibaldi e Costa, una piccola barchetta molto idonea al passaggio sui pressostati e Aliverti-Valente a bordo di una prestigiosa Alfa Romeo 6C 1750 SS Zagato, modello sul quale trionfò Tazio Nuvolari alla Freccia Rossa.
    Bisogna precisare che le auto più anziane godono di un coefficiente di conversione delle penalità che le favorisce rispetto alle auto più moderne, proprio per incoraggiare i proprietari di queste prestigiose rarità a tirarle fuori dai garage e rischiarle sui percorsi di gara. Perché di vera e propria gara si tratta: oltre 750 chilometri di percorso, con 63 rilevamenti al centesimo di secondo e sei prove a media, su strade ricche di curve e tornanti, con un passaggio sul famoso passo della Cisa e un altro nelle nebbie del passo del Cerreto (strada particolarmente amata dai motociclisti). Non sono mancate naturalmente le auto più recenti, le cosiddette youngtimer che appassionano soprattutto i quaranta-cinquantenni di oggi: nutrita, oltre alle Ferrari contemporanee che godevano di una classifica a parte, la presenza delle Porsche con tre team principali: Porsche Classic Roma, Porsche Classic Zurich (svizzero) e Registro Italiano Porsche 356.
    Le Porsche 911 sono spesso le auto più numerose per la loro proverbiale affidabilità, una dote importante in gare dove i ritiri per piccoli e grandi guasti sono spesso numerosi. Buona la presenza anche delle Alfa Romeo (tra le altre due Giulietta SS) e delle Lancia (ammirata una piccola e rara Appia Sport Zagato). A concludere la manifestazione un arrivo vivacissimo a Quattro Castella, alle porte di Reggio Emilia, con una folta partecipazione del pubblico e una rappresentanza di sbandieratori in costume d'epoca. 

Leggi l'articolo completo su ANSA.it