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Auto: Federmanager-Aiee, in Ue è l'Italia a rischiare di più

A rischio 500 imprese della componentistica, 60mila posti lavoro

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 23 FEB - Uno studio sulla 'rivoluzione dell'automotive', presentato da Federmanager e Aiee (associazione degli economisti dell'energia) oggi con un convegno, "analizza le ricadute sul sistema industriale italiano della transizione in corso nel settore auto, considerandone i quattro principali fattori: nuovi modelli di mobilità, guida autonoma, digitalizzazione ed elettrificazione" sottolineando "una visione critica". E calcola: la stima è di un "crollo degli investimenti per il passaggio all'elettrico: -25% in 10 anni", con "solo nella componentistica, 500 imprese a rischio chiusura, 60.000 posti in meno". Ed evidenzia un quadro di "imprese troppo piccole e poco managerializzate: solo il 39% è dotato di manager".
    In Europa, lo stop a diesel e benzina nel 2035 potrebbe "comportare la perdita di circa mezzo milione di posti di lavoro, di cui meno della metà sarebbero compensati dalla transizione sostenibile, con una perdita netta quindi di circa 275 mila posti di lavoro".
    In Italia, l'intera filiera dell'automotive "è caratterizzata principalmente da aziende di piccole dimensioni e conta in totale 5.500 imprese che coinvolgono 274 mila addetti, con fatturato connesso di 105,8 miliardi di euro. Il comparto della componentistica è quello più esposto: su 2.200 imprese delle 5.500 totali, che registrano 161 mila occupati e 45 miliardi di fatturato, 500 sono fortemente a rischio". Il rapporto evidenzia che "conseguentemente, lo scenario porta a fare del nostro Paese il più penalizzato tra le nazioni europee produttrici di componenti in termini di riduzione di posti di lavoro, con un -37% di forza lavoro, vale a dire circa 60 mila occupati persi entro il 2040". L'Italia è il Paese "che rischia di più".
    (ANSA).
   

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