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Mobilità: Pwc, Italia ultima come infrastrutture elettriche

Solo il 9% delle immatricolazioni per auto elettriche o ibride

Redazione Ansa

Italia e Spagna sono in fondo alla classifica dei Paesi europei come diffusione di vetture elettriche o ibride, principalmente a causa del ritardo nello sviluppo di un'adeguata infrastruttura di ricarica e l'elevato costo delle vetture. A dirlo è la 3a edizione dello studio eReadiness di PwC Strategy&, che ha intervistato 4,600 consumatori patentati in 7 Paesi europei, Italia, Francia, Germania, Norvegia, Regno Unito, Spagna e Svizzera. Nei primi 6 mesi del 2022, infatti, la percentuale di vendite di vetture completamente elettriche o ibride plug-in in Italia e Spagna si è attestata a circa il 9% delle immatricolazioni complessive, rispetto all'88% della Norvegia e a una quota compresa tra il 20 e il 25% negli altri Paesi oggetto di analisi. E, secondo la ricerca, la causa è da ricercare nella mancanza di una infrastruttura sviluppata in Paesi come Italia e Spagna. La ricerca, infatti, ha preso in considerazione quattro dimensioni, cioè il supporto degli incentivi governativi, l'infrastruttura di ricarica l'offerta di modelli elettrici e la domanda da parte dei consumatori. E i risultati rispecchiano le vendite. La Norvegia, infatti, è prima in classifica tra i Paesi europei, con il punteggio maggiore su tutte e quattro le aree di indagine, mentre la Svizzera si classifica seconda per maturità, con un discreto livello di infrastruttura di ricarica pubblica.
    Regno Unito e Germania seguono a poca distanza, cona Germania, rispetto al Regno Unito, mostra una maggiore penetrazione dell'elettrico. A chiudere la classifica, troviamo l'Italia e la Spagna, principalmente a causa della scarsa disponibilità di infrastrutture di ricarica.    

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