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Giocattoli da collezione, dalle damine del 1700 alla Barbie numero 1

'Fiera dei balocchi' a Napoli mille pezzi di Vincenzo Capuano nell'Archivio di Stato

I nani di Biancaneve (pezzi unici) realizzati per il teatro di Vittorio Podrecca nel 1940 nella sala Catasti in occasione della presentazione della mostra "la fiera dei balocchi"!

Redazione Ansa

Eleganti damine della prima metà del Settecento che replicano l'abbigliamento delle damigelle di Corte ma anche una bambola 'per adulti', Bild Lilli (Germania,1954) e la Barbie numero 1 (Usa, 1959). E ancora i Nani di Biancaneve (Vittorio Podrecca, Italia, anni Quaranta del XX secolo), un Pulcinella di fabbricante sconosciuto, gli automi da vetrina, la Mercedes di Hitler per finire con un 'Pinocchio-Balilla'. Sono alcuni dei circa mille pezzi della 'Fiera dei balocchi  -Mostra del giocattolo antico' inaugurata a Napoli (aperta fino al 30 gennaio) nella sede dell'Archivio di Stato, che fanno parte della collezione (circa 5mila giocattoli per un totale di 10mila pezzi) del 'giocattologo' napoletano Vincenzo Capuano.
Giocattoli di tutti i tipi e risalenti anche a due secoli fa quelli offerti dalla mostra. Otto le aree tematiche: le Bambole; gli Automi; i Giochi da Tavolo; i Teatrini; i Pupazzi e i Personaggi; i Giocattoli in Legno; i Giocattoli in Latta; i Giocattoli di Guerra.
    "I giocattoli raccontano delle storie, sono una testimonianza importante quasi quanto i documenti" ha spiegato la direttrice dell'Archivio di Stato, Candida Carrino che ha promosso l'evento sottolineando anche la volontà di attrarre un pubblico più vasto. E Vincenzo Capuano nel corso dell'incontro - al quale hanno partecipato anche il professor Michele Rak ed il sovrintendente archivistico e bibliografico della Campania, Gabriel Capone - ha aggiunto: "I giocattoli ci fanno comprendere generi, ideologie, materiali. Senza dimenticare che il primo sviluppo elettronico è stato realizzato nel mondo del gioco".
    Capuano sta pensando anche alla nascita di una fondazione per conservare e trasmettere il suo patrimonio, il suo museo ora situato in un deposito di famiglia: "Dedico il museo al bambino zingaro Ernst Lossa, ucciso dai nazisti a 14 anni con una iniezione letale". 
   

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