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Roma umbertina e Villa Borghese, la Città Eterna di Vitti

Romana da sette generazioni, la capitale come un set della sua vita

Redazione Ansa

I vicoli, le strade e le piazze di Roma rievocano la sua immagine e il suo talento. Il set della sua vita sono stati quei posti immortalati in tanti, tantissimi, film girati nei luoghi simbolo della Città Eterna, in uno dei periodi più magici del cinema italiano. "Romana di Roma" da sette generazioni, Monica Vitti è stata da sempre legata alla sua città, con cui ha avuto un amore viscerale reciproco. Una Roma "panoramica", vissuta spesso dagli attici in cui ha abitato, dal quartiere residenziale di Collina Fleming, dove viveva con Michelangelo Antonioni, fino alla centralissima piazza del Popolo, dove è morta oggi a 90 anni.
    Ma la Roma di Monica Vitti è anche quella umbertina, quella di via Francesco Crispi, tra piazza di Spagna e il Quirinale. Lì è nata (così almeno "crede", come ammette lei stessa in un'intervista) nel 1931 con il nome romanissimo di Maria Luisa Ceciarelli, poi cambiato in un bar di Villa Massimo. Monica lo scelse dalla protagonista di un romanzo, Vitti - invece - dall'abbreviazione del cognome della madre (Vittiglia). Nel giorno del suo novantesimo compleanno, il 3 novembre dello scorso anno, la sua città la omaggiò con alcuni murales comparsi in molti quartieri del centro. La sua foto in bianco e nero e la scritta "Amore Nostro" sono stati il messaggio all'attrice, che da anni lottava con la malattia accanto al marito Roberto Russo.
    "Roma ha perso ancora un altro suo pezzo", si ripetono in tanti ricordando le icone della romanità come Gigi Proietti o Alberto Sordi che, proprio con Monica Vitti, hanno spesso fatto coppia sul grande schermo.
    Roma l'ha accompagnata durante tutta la sua vita, dai primi passi sul palcoscenico del teatro, fino ai primi doppiaggi e poi ai set della Hollywood sul Tevere, accanto ai più importanti attori e attrici del panorama italiano. E lei, che di Roma era profondamente innamorata, non l'ha mai abbandonata. Ai romani diceva di "volere bene alla propria città e trattarla come se fosse il salotto della propria casa". "Qui c'è una specie di incanto, di magia - raccontava al giornalista Gianfranco Gramola - Il fatto che i romani non si stupiscono più di niente è perché loro lo possono fare. Hanno visto tutto, sanno tutto, perché vivono in una città che ha talmente tanta storia da far invidia a tutto il resto del mondo". "Io amo questa città e i suoi colori e senza di lei - le sue parole - Monica Vitti sarebbe molto più triste".
    Gli scorci della Capitale ne hanno incorniciato il talento, facendo da sfondo a molte delle pellicole cui ha preso parte, da "L'Eclisse" di Antonioni a "Tu sai che io so" di Alberto Sordi.
    Lei stessa, nel 1990, scelse Roma come location per il suo unico film da regista "Scandalo Segreto". "Per me Roma è una città assolutamente aperta - disse -. 'Roma città aperta', come il titolo di un film famoso, è una delle più belle frasi che si possa dire di Roma. Era aperta per sfuggire dai tedeschi nella guerra ed è aperta proprio per questione di testa, di mentalità, di immagini, di cultura e di tutto. Poi Roma non ha presunzione, nonostante sia così, proprio architettonicamente potente. Roma è simpatica, come i suoi abitanti, i negozianti e la gente comune, insomma sono simpatici e con la loro ironia e allegria, rispecchiano la propria città". E nei giorni del tramonto Monica Vitti, orami nascosta agli indiscreti dei più, aveva scelto, così narra una leggenda per bocca di Michele Placido, Villa Borghese. "L'ho vista passeggiare", aveva giurato l'attore e regista.
    Se Alberto Sordi ebbe l'onore di diventare sindaco per un giorno durante l'amministrazione Rutelli, Monica Vitti sarebbe stata una perfetta prima cittadina, portando in Campidoglio un po' di "Polvere di stelle". 
   

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