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Decluttering, liberarsi del superfluo e dirgli grazie. Il metodo giapponese per ordinare gli armadi

Non c'entra la moda per fare ordine in casa, secondo bestseller della guru Marie Kondo star in Usa

Redazione Ansa

(di Alessandra Baldini)

   (ANSA) - NEW YORK - Un armadio per amico: una ricetta dal Giappone per liberarsi della zavorra accumulata in anni di shopping incontrollato sta spopolando negli Usa. La propone Marie Kondo, autrice di "The Life-Changing Magic of Tidying Up: The Japanese Art of Decluttering and Organizing", un libro diventato best seller nel Paese del Sol Levante. Marie ha una waiting list di tre mesi per dare di persona i suoi consigli per aiutare i clienti a liberarsi del peso del passato.

Il metodo e' di una semplicita' disarmante e per la verita', oltre a eliminare dagli armadi gli effetti dell'"hoarding", ossia dell'accumulo compulsivo potrebbe applicarsi a tanti altri aspetti della vita: buttare, ringraziandolo per i suoi servizi, tutto quello che non provoca "una scintilla di gioia". Non basta aprire l'armadio e decidere con un colpo d'occhio che l'emozione emanata e' positiva. "Devi prendere ogni capo in mano e chiederti individualmente se ti provoca gioia". Uno standard solo in teoria molto alto per una tee-shirt o un calzino, ma provare per credere: funziona meglio come metodi di secrezione di domande più tradizionali come "e' fuori moda? me lo sono messo lo scorso anno? non mi entra più?".

La "scintilla di gioia" di Marie e' ovviamente un concetto flessibile: il golf che irrita la pelle a non provoca certo gioia e cosi' la maglietta da cui traspare un rotolino di pancia o i pantaloni che non si chiudono più. "Mettere in ordine e' un dialogo con se stessi", sostiene la Kondo: "Quando prendiamo i nostri abiti in mano e li pieghiamo attentamente, trasmettiamo un'energia che li fa star bene".

Marie propone un metodo simile per appendere i vestiti nell'armadio: da destra a sinistra, i capi piu' scuri e pesanti da un lato e via via quelli piu' colorati e leggeri. "Perche' gli abiti - spiega - sono come le persone, amano stare con i propri simili". Un antropomorfismo tipico della cultura giapponese, dove ogni oggetto merita rispetto anche a causa delle limitazioni di spazio nelle case. Spiega Leonard Koren, teorico del design che ha studiato per gli ultimi 10 anni Giappone: "Se siamo affezionati e rispettosi di tutto quel che ci circonda, anche gli oggetti inanimati, dobbiamo esserli anche nei confronti dei calzini nel cassetto".

Ed ecco il metodo di Marie Kondo sui calzini, tutto un programma: dopo aver lavorato per te, proteggendoti i piedi tutto il giorno, non devono essere appallottolati ma stesi, "altrimenti non possono riposare". Spiega l'esperta in armadi: "Quando li metti nel cassetto e' come se andassero in vacanza".

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