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Il regista, 'Lupin un po' Robin Hood, Omar Sy fa innamorare'

Su Netflix la terza stagione della serie amata dai giovani

Redazione Ansa

Arsenio Lupin, il ladro gentiluomo, è stato un personaggio adorato da generazioni di ragazzi ed è curioso che affascini ancora oggi come allora attraverso una nuova versione contemporanea e con un protagonista carismatico come Omar Sy. C'è attesa per la terza stagione di Lupin, la serie prodotta da Gaumont per Netflix, al via sulla piattaforma da giovedì 5 ottobre. Con Omar Sy nel cast Ludivine Sagnier, Antoine Gouy, Soufiane Guerrab e Shirine Boutella. E gli applausi all'anteprima esperienziale dei primi 2 dei 7 episodi, il 2 ottobre a Roma al The Space Cinema Moderno, fanno ben sperare.
Lupin è ormai un cult in tanti paesi, qual è il segreto di questa serie, perché piace così tanto? "C'è un po' di Robin Hood in Lupin. Lui lotta per rimediare alle ingiustizie, gli spettatori si identificano e si schierano dalla sua parte. Assane Diop è un personaggio universale. Un uomo che tutti vorremmo essere. Inoltre è sempre un passo davanti a tutti. La verità è difficile da trovare e la scopri solo quando lui decide di mostrarti la luce. Tutto il resto è un'illusione", dice in un'intervista esclusiva all'ANSA il regista Ludovic Bernard.
C'era una sfida a monte: far conoscere al pubblico che non aveva mai saputo dell'esistenza del 'ladro gentiluomo', ai giovani dunque, questo personaggio. Com'è stata costruita? "La sfida era rendere la storia e il personaggio universali e quel talento appartiene a George Kay, il creatore di Lupin. Mescolare elementi della storia originale di Maurice Leblanc come l'Aiguille d'Etretat, La contessa di Cagliostro e i numerosi alias di Lupin con l'attualità ha suscitato l'interesse del pubblico più giovane. E siamo orgogliosi se riusciamo a far tornare sui libri i più giovani".
Senza spoiler, per la terza stagione il pubblico cosa potrà aspettarsi? "Credo che questa stagione sia ancora più spettacolare, la rapina in Place Vendôme è grandiosa, il pubblico scoprirà una Parigi nuova, una Parigi mai vista. Tutto quello che posso dire è che Assane Diop non può sfuggire al suo passato".
Parliamo di Omar Sy. Che attore è, che rapporto avete instaurato e che aneddoti ci può rivelare? "Omar Sy è incredibile! Ha un'aura eccezionale. Ci innamoriamo ogni volta che sorride. È uno splendido professionista, conosce a memoria il suo personaggio ed è sempre pieno di proposte, ti sorprende sempre. È con te al 100% fino in fondo e questo non ha prezzo. È un uomo molto divertente. Con lui il tempo vola!".
Lupin, così come Call My Agent ed Emily in Paris, è un esempio di una serie che ha nella città di Parigi una protagonista. Come ha girato? Che location ha scelto questa volta? "Parigi è una città meravigliosa in cui vivere. Quando giro a Parigi, mi metto sempre nei panni di un turista che arriva per la prima volta. Io e George Kay abbiamo scelto luoghi emblematici e ci siamo presi del tempo per passeggiare e trovare luoghi che non sono molto conosciuti nemmeno dai parigini. È stata una delle nostre tante sfide".
Siamo invasi letteralmente dalle serie tv. Da regista quale pensa sia il modo per emergere, farsi largo come è accaduto con Lupin? "Devo stare attento nelle mie scelte. Scegliere storie forti, storie che risaltano e che non avevo mai fatto prima. Presto attenzione ai personaggi forti: mi piace che siano torturati dai loro dilemmi".

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