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Non ti followo. Guida allo slang della Generazione Z

Il gergo studiato dall'Accademia della Crusca, hanno anglofilia digitale

Redazione Ansa

Se ‘Ok boomer’ è slang trasversale ed arcinoto tra le generazioni che si difendono dalle critiche dei più anziani, il gergo della Generazione Z (i nati tra il 1997 e il 2012) è difficilmente comprensibile dagli adulti.  Dopo il ‘corsivo’ smascherato e snaturato dalle altre generazioni, l’elenco dei codici radicalmente differenti dal nostro linguaggio e che indicano il punto di rottura generazionale è lungo, seppure questa ultima pare essere una generazione meno creativa e più livellata su gerghi già in uso da chi li ha preceduti e sul calo dell’interesse verso i nostri dialetti, usati invece moltissimo da Millenials e Gen X come base creativa di nuovi codici lessicali. La Gen Z preferisce masticare alcune espressioni inglesi meglio di chiunque altro, le impara dal mondo digitale in cui è immersa guardando video su TikTok, chattando o giocando con i  videogames.  E’ l’inglese la loro fonte principale d’ispirazione.



Già sentiti ‘Amio’ (amore), dispensato a mo’ di intercalare, ‘amo noi’ (come noi, amore) e ‘bestie’ (sta per best friend, migliore amico) . Inoltre ‘pov’ (da point of view, punto di vista soprattutto per le riprese svolte lo smartphone, ad esempio in classe), ‘cringe’  (nel senso di imbarazzante, molto usato con i meme), ‘crush’ e ‘crushare’ (dall’inglese ‘infatuazione, innamoramento’). Fino al sempre più ricorrente ‘iconico’ (che ha perso l’originale significato e ora si usa per definire ‘memorabile’ qualsiasi cosa, look o persona speciale), l’elenco è lungo.
Del gergo tipico di ragazzi e ragazzini se ne è occupata anche l’Accademia della Crusca, pubblicando una nuova raccolta ‘L’italiano e i giovani. Come scusa? Non ti followo’ contenente una serie di saggi di esperti che, da angolature differenti, affrontano il linguaggio dei giovani svelando moltissimi significati a noi spesso sconosciuti, utili anche per capire quando parlano i nostri figli.  A cura di Annalisa Nesti, linguista con una carriera dedicata allo studio dei lessici tecnici e saperi tradizionali in lingue e in dialetto e attualmente membro del Consiglio direttivo dell’Accademia, la raccolta fa il punto sul linguaggio attuale.
“Il lessico dei nati tra il 1997 e il 2012 risente di una certa stanchezza creativa, - segnalano gli autori del volume. Sono infatti una generazione meno originale rispetto alle precedenti a cui si ispirano. “Il componimento del linguaggio giovanile pare essersi svigorito, quando non disattivato, sul fronte dell’originalità e dell’espressività, - spiegano gli autori. Semmai la Gen Z si affida ai detti altrui, consolidando voci ed espressioni già in uso e – se vogliamo - tradizionali, tanto che il 70% del gergo degli adolescenti raccolto dai linguisti dell’Accademia della Crusca dal 2018 al 2022 è repertorio già noto, senza considerare gli ‘anglicismi’ che la Gen Z mastica meglio di chiunque altro.  ‘I dialettismi invece non sembrano in grado di contribuire più in maniera apprezzabile alla caratterizzazione lessicale del loro gergo” chiosano gli esperti.
Nei giochi di parole e troncature la Gen Z si ispira sempre di più a termini inglesi e americani ricavati dal mondo del gaming e dei social. L’anglofilia digitale caratterizza a pieno le ultime generazioni e i loro codici comunicativi.  “Questo tipo di attenzione ha una vocazione soprattutto tecnologica che si riscontra nelle chat, nei post, nelle storie e nei video di Instagram e soprattutto di TikTok, spazio sicuro per i ragazzi per sconfiggere il controllo di genitori ed adulti” precisano gli autori.  
Ecco il significato di alcuni termini recenti in uso dai ragazzi della Generazione Z, tratto dal volume ‘L’italiano e i giovani’ di Accademia della Crusca:
‘A muzzo’ : casualmente, senza senso. Il termine prende spunto da dialetti del Sud della penisola ed era già usato dalle generazioni precedenti.
‘Caldo’ indica qualcuno che possiede particolare entusiasmo.  ‘Caldone’ è l’accrescitivo ed indica chi possiede grande energia.
‘Che fai te ne privi’  è una frase ricorrente per dire ‘non puoi farne a meno’.
‘chiedo per un amico’ , usato in modo ricorrente per ‘chiedo per conto di un’altra persona’
‘Drippare’ (dall’inglese to drip, sgocciolare) sta per ‘grondare di stile’
‘Droppare’ (dall’inglese to drop, lasciar cadere) significa ‘pubblicare’.
‘floppare’ sta per fallire, deludere
King ( o queen) si usa per dimostrare vicinanza e  condivisione. 
‘maffo’ indica un oggetto molto brutto
‘Period’ (in inglese: punto) si usa per avallare su una conversazione, sottolineandola. Equivale a ‘ è giusto, concordo’ .
‘piscio la lezione’: equivale e saltare un’ora a scuola, pisciare deriva da pishing, abbandonare.
‘Sbanfa’ indica un odore sospetto di hashish o marijuana . Per esempio: ‘da dove arriva questa sbanfa?’
‘Sbocco’ per indicare il vomito. ‘Fuori dal locale era pieno di sbocco’ ad esempio.
‘Screaming, crying and throwing up’ (tradotto dall’inglese: urlando, piangendo e vomitando) si usa per dimostrare emozioni forti di fronte a scene coinvolgenti.
‘Shippare’ (da relationship, troncato in ship) sta per ‘vedere bene due persone insieme’
‘sottone’ significa sottomesso, passivo alla volontà altrui’
‘swag’ (swag, in slang vuole anche dire fascino) indica ‘avere stile’. Ad esempio ‘vestire swag’  è pari ad essere cool
‘Zibba’ spinello, canna
‘zora’ è equivalente al termine ‘tamarra’



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