Rubriche

Domicidio , la prima tragica parola del 2024

Distruggere le case dei civili e rendere il territorio inabitabile

Redazione Ansa

Potrebbe essere una nuova parola dell'anno anche se a fare memoria e a conoscere la storia non è affatto nuova: Domicidio. E' quando in un conflitto si rade al suolo una città rendendo quel posto un territorio inabitabile per lungo tempo, non salvando infrastrutture nè palazzi residenziale. E' accaduto con il bombardamento di Dresda nella Seconda Guerra Mondiale, in quello di Amburgo quando la città venne rasa al suolo dagli Alleati con la precisa intenzione di colpire i civili, come la docuserie inglese La Seconda Guerra Mondiale - Voci dal Fronte (su Netflix) . Oggi accade con Gaza e prima ancora era successo a Mariupol (anche qui c'è un documentario, nella shortlist degli Oscar, che lo mostra drammaticamente bene), prima ancora ad Aleppo in Siria.La parola è “Domicide”, in italiano “domicidio”, viene dal latino domus, casa, e caedere che significa uccidere. Quindi, il domicidio è la distruzione di massa di abitazioni per rendere il territorio inabitabile.Il termine è stato usato dall’inizio degli anni 2000 ma è solo negli ultimi tempi che il concetto è entrato a far parte del dibattito pubblico, tanto che alle Nazioni Unite discutono la necessità di classificarlo come un crimine contro l’umanità. "Distruggere le case dei civili senza pietà equivale ad azzerare l'identità delle persone che le abitano, il loro senso di appartenenza, la stessa identità.
A Gaza sono stati rasi al suolo:  339 strutture educative 167 luoghi di culto tra i 26 e i 35 ospedali. “Le stime del livello di distruzione degli edifici di Gaza sono controverse, ma il nuovo utilizzo delle immagini satellitari suggerisce che 98.000 edifici sono  stati danneggiati prima del 29 novembre, data di inizio del cessate il fuoco temporaneo ormai abbandonato. I risultati si basano sull’analisi dei dati satellitari Copernicus Sentinel-1 dell’Agenzia spaziale europea da parte di Corey Scher della City University di New York e Jamon van den Hoek della Oregon State University.” scrive sul The Guardian, Patrick Wintor. Il quotidiano inglese dall'inizio del conflitto ha rilanciato il termine domicidio mostrando anche con le immagini del prima e dopo l'effetto distruttivo.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it