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Dal Met al food, l'estetica Shaker trascina New York

Setta quasi estinta riscoperta per valori delle "cose semplici"

Redazione Ansa

 Niente cellulari o fotografie, conversazione ai minimi livelli per non disturbare i vicini di tavolo. L'etica Shaker domina a Commerce Inn, il nuovo ristorante creato su Commerce Street, l'angolo più incantevole del Greenwich Village, dalla fiorentina Rita Sodi con la partner Jody Williams. Sala da pranzo imbiancata di fresco, mobili semplici in omaggio all'etica monastica del gruppo religioso che rifiutava ogni ornamento in nome di valori come semplicità, utilità e onestà. Anche il menu, in un cambio di rotta rispetto allo stile eurocentrico di altri locali della coppia come Via Carota e I Sodi, è ispirato alle "cose semplici" come nell'inno "Simple Gifts" che Aaron Copland arrangiò per il balletto "Appalachian Springs". Ma non è solo nel mondo del food che gli Shaker stanno facendo tendenza a New York.
Uptown, al Metropolitan Museum, la stanza dell'American Wing che ricostruisce una camera da letto e di preghiera a Mount Lebanon, nello stato di New York, è stata usata da Chloe Zhao e Frances McDormand, le premio Oscar 2021 di "Nomadland", per rendere omaggio, con gli Shaker e i loro ideali di comunità, pacifismo, sacrificio e parità di genere, alla stilista Claire McCardell, pioniera negli anni Trenta dello sportswear, le cui creazioni rispecchiavano uno stile agli antipodi dagli ornamenti della contemporanea French couture. McCardell, una delle star della mostra "In America" del Costume Institute inaugurata all'inizio di maggio, creò un vestito "monastico": un sacco tagliato in sbieco, plissettato dal collo all'orlo.
Gli Shaker, ribelli da sempre a ogni tipo di autorità, vengono da lontano: sono i membri di un ramo del calvinismo puritano dei Quaccheri nato nel primo Settecento in Francia e trasmigrato a in Inghilterra dove era guidato da una profetessa, Madre Ann Lee, che si riteneva una "incarnazione di Cristo in abiti femminili". La fede Shaker comprendeva manifestazioni esteriori tra cui i tremori estatici, da cui il soprannome di "Agitatori". Negli Usa arrivarono a fine Settecento, nuovamente perseguitati, e si installarono nel New England. Solo due Shaker restano oggi in America, Fratello Arnold Hadd e Sorella June Carpenter a perpetuare l'etica della congregazione, entrambi in Maine, ed entrambi sorpresi dal fascino esercitato dal gruppo religioso soprattutto a New York. Ma il trend è irresistibile, come segnala anche il New York Times. Come le proprietarie di Commerce Inn e la Zhao al Met, altri nel mondo della moda e del design sono rimasti recentemente folgorati dall'etica Shaker, i cui mobili all'insegna della solidità e delle linee essenziali, sono da anni ricercati dagli arredatori. Tra gli stilisti, Emily Adams Bode Aujla della linea maschile Bode è ispirata agli Shaker nel reimpiego di materiali non usati così come gli Shaker che riutilizzavano la stoffa di vestiti usati per fare bambole o spazzoloni per la casa. Lo spirito Shaker dunque non è più di nicchia. La collezione per la primavera 2021 di Tory Burch, ispirata alla massima del gruppo "la bellezza è fondata sull'utilità", era stata presentata all'Hancock Shaker Village, una ex comunità trasformata in museo a Pittsfield, Massachusetts. 

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