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Il corpo delle donne, l'inclusione passa per i media

E' la pancia il primo focus della nuova rivista femminista

Redazione Ansa

Basta una pubblicità su un giornale per sentirsi troppo magre o troppo grasse, troppo alte o troppo basse, troppo mascoline o troppo femminili: le donne del resto sono sempre "troppo", almeno per la società patriarcale giudicante che, con i suoi modelli stereotipati, esercita su di loro una continua - e spesso nemmeno troppo velata - violenza, denigrandole per i loro corpi e facendole sentire inadeguate.
    Per portare sulla carta stampata una rappresentazione del femminile più inclusiva, che comprenda anche la comunita LGBTQIA+, nasce Dàme, rivista indipendente e femminista che mira a stimolare un dibattito sull'autoconsapevolezza, la normalizzazione e l'accettazione di sé partendo proprio dal corpo delle donne. Distribuita da Frabs Publishing dall'11 dicembre, e fondata da Sara Augugliaro, la rivista in ogni numero affronta una singola parte del corpo. Prima protagonista è la pancia, il "luogo" in cui si sentono le emozioni, simbolo di accoglienza, metafora di fertilità, ma anche motivo di "vergogna" per tante donne che non rispondono ai canoni estetici imperanti.
    Nelle pagine del primo numero, il focus è dunque sulla diversità delle pance, da quelle morbide a quelle scolpite, ma non solo: ampio spazio è infatti riservato ad approfondimenti e interviste a donne comuni, designers ad artisti, che riflettono su tematiche come la grassofobia, l'endometriosi, la fluidità di genere e la gravidanza. Inoltre, non mancano anche i contributi di figure quali Jennifer Guerra, autrice del Capitale Amoroso, Chiara Meloni, attivista, illustratrice e fondatrice di Belle di Faccia, Veronica Yoko Plebani, atleta paralimpica, e Norma Rossetti, CEO di MySecretCase.
    L'idea è quindi di sensibilizzare i lettori sulla visione della donna e le sue forme, facendo anche comprendere - attraverso le pagine di una rivista che ambisce a diventare "comunità", luogo di confronto e di "conforto", dove portare le proprie istanze ed essere accettati - quanto sia reale il problema di sentirsi inadeguati rispetto a standard e convenzioni imposti dalla società e dagli altri. "Noi donne viviamo sotto la costante pressione di essere e apparire in un certo modo per essere accettate ed apprezzate; continuamente insoddisfatte del nostro aspetto fisico e desiderose di raggiungere quell'aspettativa irrealistica di essere perfette", afferma Sara Augugliaro, Founder & Editor-in-chief di Dàme, motivando la scelta di dedicare il primo numero alla pancia perché "negli anni ci sono stati studi che ricostruivano i significati sociali e culturali legati a parti del corpo come il seno femminile e la vagina, ma finora nessuno si è concentrato sulla pancia perché non è mai stata presente nell'immaginario collettivo, se non come utero.
    Perciò, si è voluto esplorare questa parte del corpo altrettanto densa di rimandi. Inoltre, una nostra ricerca interna ha dimostrato che l'89% degli intervistati si vergogna della propria pancia e indovinate un po'? È la parte del corpo che più odiano". (ANSA).
   

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