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Storie di donne e cancro: "Non ho tempo per un tumore"

Carolina Marconi, Samanta De Grenet, una suora raccontano up and down della malattia che colpisce 55mila donne ogni anno

Redazione Ansa

Non ho tempo per un tumore, voglio fare un figlio. Quando però ho visto il terrore negli occhi del mio compagno ho capito che dovevo mantenere la calma, accettare l’inaccettabile. L’indomani ho trovato una forza che mai avrei pensato di avere. Ho asciugato le lacrime e ho combattuto la mia battaglia”, racconta la showgirl e attrice Carolina Marconi, ex Grande Fratello che usa Instagram come un diario e come supporto e impegno oltre le cure. Oltre le cure, come cambia la vita femminile durante la malattia? Figli, compagni, social network, lavoro e incombenze quotidiane, inclusa l’accettazione di una nuova fragilità, sono tasselli che contribuiscono a non farsi rubare la voglia di vivere, dettaglio non di poco conto. “Appena saputo è crollato il mondo. Il primo e unico pensiero è stato ‘mio figlio vivrà senza di me?’ Dopo l’intervento ti guardi allo specchio e non ti riconosci, ma adesso sono passati tre anni e ne sono quasi uscita” riferisce Samantha De Grenet, che inizialmente ha preferito mantenere riservata la sua esperienza. “Ho scoperto la malattia mentre avevo mia figlia piccola in braccio. Ho affrontato l’asportazione del seno e ho rinunciato a ricostruirlo per paura, per poi però pentirmene e sottopormi alla ricostruzione. Mio marito è sempre stato vicino. Ora mi sento forte e molto più serena”, racconta Emanuela Coppini, madre di 3 figli, cake designer di successo sui social (con Le Torte di Twin) che ha usato anche come rete di aiuto.
Carolina Marconi, Samantha De Grenet ed Emanuela Coppini, in rappresentanza di quelle 55mila donne che come loro ogni anno sono colpite dal cancro alla mammella, hanno parlato insieme di fragilità, forza e supporti extra cure nella sala cinema ‘Medicinema’ dell’ospedale Gemelli di Roma in occasione del Bra-Day, la giornata internazionale della consapevolezza sulla ricostruzione mammaria dopo il tumore e della presentazione del progetto nazionale Donna x Donna, coordinato dalla Beautiful After Breast Cancer Italia Onlus (Babc) con il contributo non condizionante di Polytech Health & Aesthetics. “Perché, sorella, ha deciso di ricostruire la mammella asportata con il tumore?” ha chiesto invece la responsabile del reparto di chirurgia plastica dell’ospedale Gemelli di Roma, Marzia Salgarello, presidente Babc Italia Onlus, durante la visita ad una suora. “Rivoglio il mio seno per riavere la mia dignità” ha risposto la religiosa. Non solo le terapie e gli interventi chirurgici, dunque. Gli up and down, la pazienza, l’amore per i figli e di chi resta accanto (e non sempre i compagni sono in grado di reggere questo tipo di stress), l’idea di ritornare sé stesse aiutano a non permettere alla malattia di rubare la voglia di vivere.

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Lo spaccato del mondo femminile più intimo e le principali preoccupazioni delle donne nei confronti del tumore e della perdita del seno, ancora più accentuate nel 2020 a causa della pandemia, si legge nel progetto Donna x Donna.( Info su https://www.beautifulafterbreastcancer.it/progetto-dxd-2021/)

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