Rubriche

Testimonianza e impegno, i manifesti dell'Udi per le donne

Mostra della storica associazione femminista a ROma

Redazione Ansa

Dalla modifica del diritto di famiglia alla tutela della madre lavoratrice, dal diritto di voto alla libera diffusione dei mezzi di controllo delle nascite, alla legge Merlin: 21 fermoimmagine di cronaca, di sfide, di conquiste e di diritti delle donne italiane di quasi 80 anni. E' il percorso di una mostra allestita a Roma -'Oltre Dafne fermare Apollo. Immagini di storia e cambiamento in Italia' - che raccoglie i manifesti dell'Udi (Unione donne in Italia), la storica associazione femminista nata dai Gruppi di Difesa delle donne, testimonianze di impegno politico e sociale nel nostro paese. Focus della mostra, la violenza contro le donne. Emblematico lo spunto al mito di Apollo e Dafne secondo il quale la bella ninfa, per sfuggire alle ossessive ed insistenti attenzioni della divinità, chiede aiuto ai genitori e viene trasformata in un albero di alloro. "Perché bloccare Dafne e non fermare Apollo che la insidiava?" si chiede l'Udi che ha promosso l'evento, insieme a Fondazione Pangea Onlus, nell'ambito dei progetti del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio. E' quindi un richiamo "a quanto sia radicato il concetto di violenza nella nostra cultura. Quanto la società patriarcale ha provato costantemente a tenere la donna in condizione di subalternità anche attraverso la violenza".

La mostra, visitabile fino al 30 settembre 2021, è stata allestita a Roma, all'ex complesso del Buon Pastore, Via della Penitenza 37. Il percorso espositivo è composto da 21 pannelli (ognuno dei quali è corredato da Qrcode così da poter accedere ad approfondimenti testuali e visuali), manifesti e video. A guidare il visitatore una 'Linea del Tempo' che segna le leggi e i fatti salienti a partire dagli anni '40 fino ad oggi: si comincia dal 1945, con il decreto legislativo n. 23 sul diritto di voto alle donne con più di 21 anni che scheda "le patentate" (sono escluse le prostitute), si arriva, alla fine, al 2020 quando il Parlamento italiano ha approvato la convenzione dell'Ilo contro le molestie sui posti di lavoro. Passando, fra i tanti fatti, per l'ammissione della donna ai pubblici uffici e alla magistratura (1963), al rapimento e al rifiuto del matrimonio riparatore di Franca Viola (1965), all'istituzione dei consultori familiari (1975), al massacro del Circeo (1975), alla parità di trattamento sul lavoro fra uomini e donne (1977), alle nuove norme contro la violenza sessuale (1996), alla ratifica della Convenzione di Instanbul (2013).

Leggi l'articolo completo su ANSA.it