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La memoria della Shoah, le storie di Emma e gli altri uccisi, 21 pietre d'inciampo per ricordarli

Solo a Roma sono 336 Stolpersteine

Redazione Ansa

Emma Di Veroli, una bambina di appena due anni assassinata il giorno dell'arrivo ad Auschwitz con sua madre, Ferdinando Agnini e Orlando Orlandi Posti, due studenti e partigiani torturati nel carcere Nazista di Via Tasso e poi trucidati alle Fosse Ardeatine , Amelia Coen un'anziana portata via dalla sua casa durante il rastrellamento degli ebrei romani.    Sono alcune delle storie ricordate con 21 pietre d'inciampo posizionate a Roma a gennaio 2021. Dopo undici edizioni in cui sono state installate 336 'stolpersteine' in memoria di deportati razziali e politici, quest'anno ne verranno posizionate altre 21 nella Capitale.
    L'iniziativa Arteinmemoria sotto l'alto Patronato del Presidente della Repubblica è curata da Adachiara Zevi "Siamo riusciti a organizzare nonostante la situazione dovuta alla pandemia - ha spiegato Zevi - Tutto si svolge nel rispetto delle normative anti-Covid quindi indossando mascherine e rispettando le distanze. Abbiamo dovuto evitare, purtroppo, di coinvolgere le scuole e sono state contenute le presenze, ma è molto importante portare avanti l'iniziativa in modo non virtuale, ma in presenza. C'è stata partecipazione, ma nel pieno rispetto delle regole. E' stata un'edizione sobria".
    Tra le pietre d'inciampo quest'anno anche una dedicata alla memoria di Mario Carucci, militare paracadutista e un'altra a Domenico Ricci impiegato Eiar, di famiglia antifascista, in contatto con i membri del Partito d'Azione e protagonista di atti di sabotaggio e di requisizione di armi presso l'aeroporto di Centocelle, il Forte Casilino e lo stabilimento di armi Breda, fucilato con i suoi compagni alle Fosse Ardeatine.
    Le pietre d'inciampo (in tedesco stolpersteine) nascono da un'idea dell'artista tedesco Gunter Demnig che risale al 1993 quando fu invitato a Colonia per una installazione sulla deportazione di cittadini rom e sinti. Sceglie il marciapiede prospiciente la casa in cui hanno vissuto i deportati e vi installa altrettante «pietre d'inciampo», sampietrini di dimensioni standard con la superficie superiore di ottone lucente. Su questa sono incisi: nome e cognome età, data e luogo di deportazione e, quando nota, la data di morte. I primi stolpersteine sono stati installati a Colonia nel 1995; da allora questa mappa della memoria europea si è estesa sino a includere oltre 50.000 pietre.

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