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Donne e politica. Casellati: "percorso emancipazione ancora fa fatica"

Presidente Senato: "Greta e Malala fanno politica in modo determinante"

Redazione Ansa

"Il percorso dell'emancipazione femminile ancora oggi fatica a concretizzarsi pienamente persino all'interno di quegli ordinamenti che - quanto meno sotto il profilo formale - possono vantare una legislazione salda e all'avanguardia nell'affermazione delle pari opportunità tra uomini e donne". Così la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, nella lectio magistralis all'università di Torino, dedicata a 'Donne e politica'.  "Parallelamente al piano legislativo - ha sottolineato Casellati - la questione dell'affermazione femminile nelle dinamiche politiche e istituzionali del nostro Paese si è dovuta confrontare con un avversario sleale e del tutto estraneo alle regole del confronto meritocratico: ovvero quel pregiudizio culturale, ormai anacronistico, che per anni ha considerato la donna in una posizione sociale più debole e più vulnerabile rispetto all'uomo. Riflettere sul rapporto tra donne e politica significa soprattutto comprendere come l'intelligenza, le competenze, la professionalità e la forza dimostrata da tante donne nella storia delle Nazioni costituisca la chiave su cui costruire un futuro in cui il tema della parità di genere possa essere definitivamente superato in ogni sua declinazione". "Significa inoltre acquisire la consapevolezza - ha affermato Casellati - che ogni donna può essere protagonista della vita politica, della vita professionale e della vita sociale di una Nazione. Sono sempre più numerosi gli esempi di donne che, pur non rivestendo ruoli istituzionali o di potere politico, hanno dimostrato di poter influenzare e talvolta condizionare l'azione dei Governi di tutto il mondo. Penso a Greta Thunberg e al Premio Nobel per la pace Malala Yousafzai e alle loro campagne globali di sensibilizzazione sull'ambiente e sui diritti all'istruzione di tutti i bambini del mondo. Anche questo - ha sostenuto Casellati - è fare politica ed è indubbio che queste due giovani ragazze lo stiano facendo in modo efficace e determinante". Per la presidente del Senato gli obiettivi fissati dall'Agenda 2030, tesi a scardinare in tutto il mondo quei fattori che direttamente o indirettamente incidono sulla condizione femminile, ponendola di fatto su un piano di inferiorità e di particolare debolezza, sono obiettivi primari. "Occorre impegnarsi a livello globale - ha sostenuto - per garantire alle donne e alle ragazze di tutto il mondo parità di accesso all'istruzione, alle cure mediche, a un lavoro dignitoso e alla piena partecipazione ai processi decisionali e politici. Perché l'emancipazione culturale delle donne e l'affermazione del loro protagonismo politico, economico e sociale, non può prescindere dal riconoscimento, dalla promozione e dall'effettiva tutela dei loro diritti fondamentali".

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