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Principe azzurro e maschio Alfa, come liberarsi di miti tossici

Alla pari con il partner, una bella opera culturale anche per le nuove generazioni

Redazione Ansa

Principe Azzurro e Maschio Alfa, è ora di fermare la (segreta) ossessione femminile perché sono miti tossici. Ciclicamente si ritorna a parlare dell’uomo rubacuori che salva le donne da molteplici timori (dalla povertà, dalla mancanza di bellezza, dalla mancanza di indipendenza economica, dalla mancanza di un rango sociale eccetera). Un ipotetico uomo (simile a quello a cavallo e col mantello turchese della favola) si crede le possa salvare perfino dal rischio di non avere la pensione da anziane, come hanno scoperto recentemente i ricercatori della Hiroshima University su un vasto campione di donne nelle quali pare persistere una fiammella di convincimento su un ipotetico Lui che le potrà mantenere in tarda età anche se non hanno diritto a sussidi e contributi, si legge nella indagine pubblicata sul Journal of Women & Aging.

Il problema non riguarda solo le donne delle vecchie generazioni che credevano nel matrimonio, si continua a parlare di principi e potenziali principesse anche fra le giovanissime. Quale prince charmant per Elisabetta, futura regina del Belgio che sarà appena maggiorenne in autunno? Se le donne adulte sono cresciute con le favole Disney e il loro felice epilogo (che nulla però ha mai rivelato su cosa succedeva dopo le nozze), la domanda del momento è la seguente: le ragazzine di oggi ci credono ancora?

In epoca di Greta Thunberg, delle giovanissime attiviste che aderiscono al movimento #Fridayforfuture e del successo delle storie per la buonanotte per ‘Ragazze ribelli’ (in cima alla classifica dei libri più venduti in tutte le sue edizioni) si può ancora pensare che sopravviva il mito delle varie Cenerentola, Biancaneve, Bella addormentata nel bosco, Raperonzola e Pelle D’Asino? Le donne hanno ancora bisogno di un principe? Si, sostengono gli psicologi che riconoscono qualcosa di atavico e persistente nei cuori femminili, inclusi quelli delle generazioni X e Z, correlato con l’educazione familiare e con la propria rete di conoscenze. Lo scotto da pagare oggi quale sarebbe? Delusione cocente, servita su un vassoio scintillante (nozze da sogno, ad esempio).

Come inseguire i propri sogni senza cadere nel mito tossico, fake in piena regola, del Principe? Idem nel maschio alfa, sicuro di sè, l’uomo dei sogni, determinato e coraggioso, quindi sexy? Uno dei miti più intramontabili del mondo occidentale, l’uomo perfetto, non esiste, come d’altra parte si potrebbe ricordare alle stesse donne che non esistono donne perfette.

Il motto ‘Restiamo umani’ dovrebbe essere valido anche nei rapporti affettivi e, se fosse una vernice, Cupido dovrebbe immergervi la punta della sua freccia prima di scoccarla. Lo spiega bene e lo descrive con un linguaggio diretto e schietto (qualche volta perfino maschilista ma volutamente provocatorio per sua stessa ammissione) lo psicologo Giulio Cesare Giacobbe, autore del nuovo volumetto ‘Il Principe Azzurro non esiste’ (Roi Edizioni). L’esperto ricorda come le donne sottomesse agli uomini siano ancora i tre quarti del pianeta e che a non tutte è dato ricevere una educazione all’indipendenza e all’auto affermazione per motivi sociali e culturali. Nemmeno nel nostro paese.

Dove si annida il tranello che attrae anche le donne più giovani? L’esperto dà le indicazioni nel testo che sintetizziamo di seguito:

“Oggi il Principe è rappresentato dall’uomo di successo, che potrà preoccuparsi del cuore e dei bisogni femminili come primo pensiero. Invece non è così. Non esiste uomo di successo che dedichi la sua vita ad una donna. Succede invece esattamente il contrario”.

E le principesse? “Sono affette da nevrosi infantile, cioè hanno una quota di scollamento dalla realtà” chiosa lo specialista.

Come si cresce una donna libera dal mito tossico? “Le donne si sentono belle, sicure, amate, realizzate e serene se hanno ricevuto abbondanti dosi di amore e iniezioni di autostima dai genitori, non dai principi azzurri” spiega l’esperto.

Come si sconfigge il mito e ci si comporta alla pari col partner? “Facendo esperienze per conto proprio. Stando sole e libere, diventando prima adulte e poi scegliendo l’uomo considerandolo un partner alla pari. Infine non cadendo nel tranello del romanticismo da favola all’inizio della love story. Meglio puntare al feeling e al rapporto sessuale. Il romanticismo invece diventerà fondamentale più avanti negli anni, non trascuratelo in età matura”.

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