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Fiammetta Borsellino: "impegnarsi per la legalità è un dovere"

Con Ivana Fava "donne resilienti" premiate al Magna Grecia Festival

Redazione Ansa

Sono donne resilienti, impegnate nel sociale quelle che il Magna Grecia Awards premierà quest’anno sabato 18 maggio al Teatro Comunale di Massafra. La 22esima edizione della manifestazione, ideata e diretta dallo scrittore Fabio Salvatore, quest’anno avrà come sottotitolo “Tu che mi capisci” e sarà declinata al femminile con uno sguardo alle storie di impegno civile, rappresentate da Fiammetta Borsellino, figlia più piccola del magistrato Paolo Borsellino, e di Ivana Fava, figlia dell’appuntato Antonino Fava, assassinato dalla ‘ndragheta nel 1994.

Due esempi di coraggio, determinazione e capacità di trasformare il dolore in un progetto costruttivo di legalità. Ecco cosa ci hanno detto.
Fiammetta Borsellino: “Io non la vivo come una scelta di coraggio ma come un dovere civico che riguarda me come cittadina e come figlia. Sono felice di ricevere il premio ma lo percepisco come qualcosa in più perché credo che sia mio dovere adoperarmi a favore della legalità. Vivo il mio impegno, rivolto principalmente ai giovani e alle scuole, come una missione necessaria e dovuta. C’è stata una chiamata alla quale non ho saputo sottrarmi. Il lavoro con gli studenti è fondamentale per compiere quella rivoluzione culturale e morale che voleva mio padre e che, come diceva lui, non si fa con le pistole o solo con la magistratura ma con un cambiamento radicale delle coscienze. Bisogna abbandonare l’idea delle scorciatoie, il comportamento legato all’omertà e all’indifferenza, predominante nell’ organizzazione criminale”.
Ivana Fava aggiunge: “Prima di indossare questa divisa facevo un altro lavoro, non ho mai voluto rinunciare a questa possibilità anche se precedentemente ho lavorato per il Ministero della Difesa con l’Arma dei Carabinieri, sempre in Calabria. La mia figura professionale è nuova per l’Arma; siamo professionisti provenienti dalla vita civile che prestano servizio per un tempo limitato, prima o poi torneremo alla nostra professione originaria, io tornerei quindi al Ministero della Difesa. Ho deciso in età matura di fare lo stesso lavoro di mio padre per quel richiamo che ho dentro sempre vivo. Ho deciso fortemente di tornare in Calabria, amo la mia terra nonostante mi abbia strappato la persona più importante della vita. Non sono io quella che deve andar via, io voglio rimanere per mettermi al servizio della terra che amo e che ha bisogno di persone che la amino e vogliono rimanere.
A chi dedica il Magna Grecia Awards?
Fiammetta Borsellino: “Ho sempre pensato di dedicarlo a quell’esercito di docenti che lavorano nelle scuole superando qualsiasi limite, anche quello derivante dagli ostacoli ministeriali dei programmi, perché viviamo in un Paese che non investe nella scuola. Dedico quindi questo riconoscimento agli insegnanti che, in assenza di mezzi e condizioni favorevoli, agevolano e promuovono la conoscenza, attraverso lo studio dei fatti storici e quindi anche delle stragi del ’92, di quegli uomini che hanno sacrificato la propria vita per la legalità. Lo dedico a tutte le persone che lavorano in silenzio per diffondere la cultura del diritto e della legge. L’eccessiva burocratizzazione della scuola, non sono del settore ma dialogo con tanti docenti, implica che si dedichi la maggior parte del tempo alle circolari continue, agli adempimenti burocratici, sottraendo tempo alla trasmissione del sapere”.
Ivana Fava: “Dedico questo premio a mia madre perché se non sono cresciuta nel rancore lo devo a lei, ha trasformato la mia trappola mortale in una grande forza, ovunque vada do la mia vita agli altri, sono in contatto con le persone, le associazioni e la chiesa”. 

Cosa vorrebbe che i ragazzi custodissero come messaggio?
Fiammetta Borsellino: “Lo studio della storia è fondamentale perché vuol dire recupero della memoria, riappropriarsi delle testimonianze di persone che hanno creduto nello Stato sino a dare la vita. Studiare la storia equivale a contribuire alla creazione del patrimonio di un popolo e a metterne in pratica gli insegnamenti. Mi riferisco alla pratica dell’antimafia quotidiana attraverso azioni concrete, tangibili e non ai meri proclami”.
Ivana Fava: "Bisogna essere capaci di trasformare il dolore in forza e determinazione. Io, da bambin, sognavo la divisa, ho fatto di tutto per realizzare i miei sogni. Ho fatto sacrifici e sforzi e non mi sono mai arresa, anche quando è stato riaperto il processo di mio padre ho agito in dignitoso silenzio, ho fatto di tutto affinchè non si dimenticasse la morte di questi due uomini. Non credo che i ragazzi vogliamo andare in galera, penso abbiano altri sogni”.

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