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Donne che fanno tutto, il carico mentale ostacola la carriera

Anche nel delegare la responsabilità resta. Il partner dice "come ti posso aiutare?"

Una donna al computer e intanto aiuta i figli nei compiti . foto iStock.

Redazione Ansa

La mamma cucina e stira, il papà lavora e legge. Questo sembra essere, ancora, lo stereotipo della famiglia italiana, se anche i libri di testo a scuola riportano questa suddivisione di ruoli. Ma le donne sanno che la realtà è ben diversa, a partire dal ‘carico mentale’, quel lavoro full time, logorante ma invisibile che permette di mandare avanti la vita della famiglia. La spesa, le bollette da pagare, i bambini da segnare in piscina, l’appuntamento dal medico per i richiami del vaccino, fino all’organizzazione delle vacanze e alla sistemazione del gatto nel periodo in cui non ci sarà nessuno in casa. Per dedicarsi a queste cose, ma anche per delegarle, bisogna pensarci, tenerle a mente, pianificarle. E’ questo il carico mentale che troppo spesso ricade sulla donna, troppo sola a gestire tutto mentre il partner, quando va bene, con grande forza di volontà chiede:’’come ti posso aiutare?’’ .

L’offrire aiuto è, senz’altro un gesto generoso, ma è anche la dimostrazione che, comunque, la responsabilità è di qualcun altro, della donna appunto. La lista della spesa, nella maggior parte delle famiglie, è compilata dalla madre anche se poi fisicamente è il padre a aggirarsi tra gli scaffali del supermercato. E’ dunque la donna ad aver pensato a cosa manca a casa e ad aver trovato il tempo, magari tra una riunione di lavoro e l’altra, di compilare la lista. Questo, secondo Marie Laure Monneret, che ha appena pubblicato un libro sul ‘carico mentale’ con i tipi De Agostini dal significativo titolo ‘Devo dirti sempre tutto’, influenza negativamente la carriera della donna. Nel libro, che non è né ideologico, né militante, si mette a fuoco come le conseguenze del carico mentale, il peso della responsabilità della casa e dei figli è fonte di stress e le sollecitazioni continue del cervello per trovare soluzioni ai problemi quotidiani ‘’ostacolano la concentrazione sul lavoro contribuendo a frenare lo sviluppo della parità tra donne e uomini’’. ‘’Il peso – dice Monneret – non è dovuto tanto al numero di mansioni da svolgere quanto all’esserne le sole responsabili’’. Nonostante la condivisione dei compiti fra i due sessi, specialmente nelle coppie più giovani, stia facendo progressi, la donna resta il capo indiscusso di quest’impresa che è la casa, è il manager familiare. La situazione peggiora quando la casa diventa famiglia e la donna si ritrova a dover gestire l’agenda di tutti e a programmare i compiti da svolgere perché tutto funzioni, sommando questo con i carichi professionali. E’ , dunque il carico mentale secondo l’autrice del libro, che è stata manager d’azienda, a creare sulla testa delle donne lavoratrici un ‘’soffitto di vetro’’ che sbarra la soglia di avanzamento e limita la parità ai livelli più alti. Solo accettando che sia l’uomo, e non sempre la donna, a dover lasciare all’improvviso un’importante riunione di lavoro per un’inaspettata emergenza familiare si potrà raggiungere un nuovo contratto sociale tra i sessi. E a questo scopo è giusto coinvolgere anche i bambini nella suddivisione dei compiti di gestione della famiglia. Non saranno mai abbastanza piccoli, ad esempio, per tirare fuori dalla sacca della piscina il costume bagnato in modo che non sia sempre e solo la madre a doversi ricordare di farlo.

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