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Peter Morgan, da Buckingham Palace al Cremlino

Patriots a Broadway su Putin e gli oligarchi

Redazione Ansa

Dopo aver puntato per sei stagioni pluripremiate i riflettori su Buckingham Palace, lo showrunner di The Crown Peter Morgan ha dedicato la sua attenzione al Cremlino. Patriots, un dramma sull'ascesa al potere di Vladimir Putin, va in scena da oggi al Barrymore Theater su Broadway tra voci che danno possibile un interesse di Netflix, che ne produce la versione teatrale, per una edizione televisiva in sei puntate.
    La regia è di Rupert Goold, mentre Will Keen (il segretario della Regina Michael Adeane in The Crown) ha la parte di Putin e il candidato ai Tony e agli Emmy Michael Stuhlbarg interpreta Boris Berezovsky, uno degli oligarchi russi che negli anni Novanta furono gli artefici della salita al potere del capo del Cremlino.
    Il dramma, andato in scena originariamente al West End con Tom Hollander nel ruolo principale, offre a Morgan un nuovo modo di approcciarsi alla storia recente. La sfida nasce innanzitutto dal cambio di prospettiva, dai reali britannici - famosi ma non molto potenti - ai potentissimi oligarchi i cui nomi non sono familiari ai non iniziati.
    "È una deliziosa combinazione di personaggi", ha detto lo showrunner al New York Times: "C'è violenza, mentre The Crown era all'insegna della gentilezza e della repressione. Mentre The Crown era uno show al femminile, c'è qualcosa di molto maschile in The Patriots".
    Morgan aveva scritto il grosso del dramma prima dell'invasione dell'Ucraina, ma la rilevanza, alla luce dei tragici avvenimenti degli ultimi due anni, non potrebbe essere più attuale. Molti oligarchi aiutarono l'ascesa di Putin da agente del Kgb a Leningrado ad autocrate del Cremlino: Morgan ha scelto il più colorito di loro come protagonista, manipolando la trama in modo da ottenere la dinamica di cui è maestro quando un personaggio si autodistrugge e un altro sfrutta la sua spirale discendente.
    Nello specifico si segue l'ascesa e la caduta di Berezovsky, un piccolo genio matematico a scuola - un "ragazzo d'oro, come lo chiama un'insegnante in Patriots - che costruì una fortuna finanziaria tra auto, petrolio e televisioni per diventare una eminenza grigia della politica prima di passare all'opposizione nel 2000, andare in esilio a Londra temendo per la sua vita ed esser trovato morto nel 2013 nella sua casa vicino ad Ascot. "Se quell'epoca ha avuto una rockstar fu lui. Era il personaggio che più incarnava l'indulgenza, gli eccessi e la illegalità dell'oligarchia. Tutti lo trovavano magnetico", ha detto Morgan, mentre per Nina Khrushcheva, politologa della New School e pronipote di Nikita Krusciov che ha fatto da consulente a Morgan, "Berezovsky è stato un Re Lear, la figura più tragica ch si possa immaginare". (ANSA).
   

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