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Bellocchio, vincere a 80 anni ti fa sentire vivo

Nel futuro Moro tv e L'urlo film su fratello gemello suicida

Redazione Ansa

Marco Bellocchio è rilassato e felice il giorno dopo aver trionfato ai David di Donatello con il suo 'Il traditore' che ha vinto ben sei statuette (miglior film, regia, attore protagonista, Pierfrancesco Favino, e non protagonista, Luigi Lo Cascio, sceneggiatura originale e montaggio) - e che si lascia andare a mille considerazione: età, pandemia, futuro del cinema e suo personale futuro creativo. In collegamento web dalla sua casa a Barbarano Romano nella Tuscia.
    Il regista ci tiene subito a dire a chi gli ricorda che a vincere è stato un ottantenne: "In questo senso - spiega divertito - i premi servono. È un modo per dire che sei vivo, continua pure a lavorare, ti diamo fiducia". Comunque nel regista de I pugni in tasca tanta voglia di tornare a lavorare:"La serie tv su Moro in sei puntate , 'Esterno notte', è una realtà. E come ho già detto più volte ha uno spirito opposto a 'Buongiorno notte'. Ma nel cuore di Bellocchio la quarantena,ha fatto emergere un altro progetto, mai portato a termine, e verso cui sente di avere un dovere morale. Un progetto dedicato al fratello gemello suicida il 26 dicembre 1968: "In questo periodo ho molto pensato a L'Urlo (il titolo fa riferimento a quello della madre quando scoprì la tragedia). È una storia familiare che avevo iniziato il 16 dicembre 2016 in cui racconto la morte di mio fratello e inizia dalla nostra nascita. Un film piccolo, ma molto complesso che è già molto avanti e che spero di portare a termine". (ANSA).
   

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