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In lager Dachau perchè gay ora è trans, storia di Lucy

Gay Center, simbolo sterminio omosessuale,sia senatrice a vita

Lucy Salani in una foto di scena tratta dal documentario di Gianni Amelio "Felice chi ?? diverso" presentato al Festival di Berlino nella sezione Panorama, Roma, 10 Febbraio 2014. ANSA/ WEB/ MOVIEPLAYER

Redazione Ansa

 Far diventare la 94enne Lucy Salani, omosessuale sopravvissuta al campo di sterminio di Dachau e ora trans, senatrice a vita. E' l'appello di Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center, rivolto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Lucy oggi - sostiene Marrazzo - è testimonianza vivente dello sterminio di omosessuali e transessuali durante il nazifascimo, e ciò meriterebbe un riconoscimento sociale, come già avvenuto con la storica nomina di Liliana Segre e a cui va la solidarietà per le offese antisemite ricevute". Condivide l'appello Vladimir Luxuria che l'ha conosciuta ad un convegno ed è stata, ha raccontato, "un'esperienza davvero molto bella". "Dobbiamo essere riconoscenti a queste persone che - dice Luxuria - hanno pagato un prezzo molto alto per essere quello che davvero erano. Non dobbiamo dimenticare chi ha vissuto la schedatura, chi è stato rinchiuso nei manicomi e chi come Lucy è finita nei campi di concentramento. A loro dobbiamo essere grati". 'Porpora' Marcasciano del Movimento Identità Transessuale (Mit) di Bologna la definisce una persona "davvero particolare: è riuscita a raccontare la sua storia di deportata per diserzione e poi per essere omosessuale perchè trovata in compagnia di un ufficiale dopo una spiata, fu anche processata a Verona..." La 94enne che ancora guida una Punto Blu, vive nel suo appartamento a Bologna che condivide con un ragazzo Arabo a cui affitta una stanza.

    "La storia di Lucy è davvero avventurosa - racconta Vincenzo Branà di Arcigay - lei è stata una disertrice, all'epoca era ancora Luciano quindi un disertore: non voleva fare il servizio militare e scappò ma la ripresero. Poi fu beccata con un tedesco e venne mandata prima in un campo di lavoro e poi Dacau fino al giorno della Liberazione, quando dalle torrette cominciarono a sparare ai detenuti e la colpirono ad un ginocchio. In seguito divenne una trans ed ha lavorato come tappezziera. Attualmente non ha problemi di soldi, vive di pensione e viene assistita anche dai ragazzi di Arciga-Mit. E soprattutto non ha intenzione di andare in una casa di casa. Mi dice sempre: 'Piuttosto ammazzatemi prima'".
    Quando oggi ha saputo che qualcuno aveva pensato a lei per diventare, come la Segre, una senatrice a vita, si è schermita ed ha zittito i suoi interlocutori con una domanda: "Ma cosa vado a fare io in Parlamento?".(ANSA).
   

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