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Il fascino di papà Cassel, importante è dedicare tempo ai figli

Ex marito Monica Bellucci è un genitore in Partisan. 'Pretendere di non fare errori è impossibile'

Vincent Cassel al 68/mo Cannes Film Festival

Redazione Ansa

(di Francesca Pierleoni) (ANSA)

''Pretendere di non fare errori da genitori è impossibile, li facciamo noi come li hanno fatti i nostri padri e le nostre madri. L'importante è il tempo che dedichiamo ai figli''.

Parola di Vincent Cassel, classe 1966, padre di due bambine avute dall'ex moglie Monica Bellucci, Deva, 10 anni, e Leonie, cinque anni, che torna in sala, nei panni di una figura paterna tanto affascinante quanto inquietante, in Partisan, il film di Ariel Kleiman uscito il 27 agosto con I Wonder Pictures.

L'attore nel film è Gregori (Cassel), creatore di un mondo a parte e nascosto, dove accoglie madri e bambini maltrattati, ai margini di una metropoli. Uno spazio sicuro di pace, creatività e convivenza in armonia, dove lui è visto e si considera come un grande padre, anche se in realtà educa i piccoli a diventare degli efficacissimi killer su commissione. Il suo allievo più promettente è l'11enne Alexander (Jeremy Chabriel), che però è sempre più attirato da quella realtà esterna con non conosce. Il conflitto con il 'padre' per il bambino sarà inevitabile quando nella comunità arriverà un coetaneo ribelle, Leo. ''Più di un uomo che manovra i bambini per i suoi fini, ho visto Gregori come un padre che a suo modo pensa realmente di proteggere i bambini dalle brutture del mondo esterno, che ha una sua sincerità. Rappresenta a suo modo la metafora di ogni genitore, sbagliamo tutti, nella convinzione di agire per il meglio, imponiamo la nostra ragione sui figli. Come diceva Oscar Wilde figli iniziano amando i loro genitori, poi ,li odiano, e alla fine, forse li perdonano''.

Il film è una favola nera contemporanea, ''nella quale un bambino con la sua capacità di sognare e essere libero, rappresenta la speranza contro l'odio, l'indottrinamento, la violenza degli adulti'' spiega. In Partisan c'è comunque anche un legame forte con l'attualità: il regista ha scritto la storia dopo aver letto un reportage sui 'sicarios', i baby killer utilizzati in Colombia ed è inevitabile non pensare a certe immagini di bambini 'reclutati' dall'Isis o ''ai bambini soldato – ricorda Cassel -. A differenza di Alexander, gli adulti riflettono l'incapacità di liberarsi dal peso del passato, delle tradizioni, e di certi estremismi che possono essere legati all'educazione o alla religione''. L'attore crede fermamente nel dialogo fra culture: ''L'immigrazione arricchisce soprattutto noi, nella vecchia Europa, che fatichiamo ad affrontare gli errori del passato. La vita però mi ha insegnato ad essere ottimista. Nonostante le difficoltà penso che l'umanità a poco a poco si stia progredendo''.

Cassel, ha avuto un 2015 ricco di uscite, come Mon roi di Maiwenn e Il racconto dei racconti, presentati a Cannes: ''Sono sempre orgoglioso quando con cineasti come Garrone, che hanno un universo personale così forte, che riescono a realizzare con pochi soldi film di una bellezza quasi impensabile''. Il suo obiettivo come attore ''è cercare sempre qualcosa di diverso, non ripetermi, per questo cerco di lavorare in tutto il mondo''. E' anche protagonista di un corto selezionato in Orizzonti alla Mostra di Venezia, Violence En Réunion di Karim Boukercha, ''dove interpreta un personaggio simile a quello de L'Odio, che vent'anni dopo, cerca di cambiare vita, ma non è facile, la società non permette spesso di ricominciare''.

Ora ha da poco finito le riprese di Juste la fin du monde di Xavier Dolan, con Léa Seydoux, Marion Cotillard e Gaspard Ulliel, tratto dal testo teatrale di Jean-Luc Lagarce, autore culto in Francia, morto di Aids nel 1995 a soli 38 anni. Il film racconta proprio ''la storia di uno scrittore, Louis (Ulliel), malato terminale, che torna a casa dalla sua famiglia, dove però i conflitti sono forti. Io interpreto suo fratello''. Inoltre Cassel sarà fra gli interpreti del nuovo capitolo delle avventure di Jason Bourne, ''con Matt Damon che riprende il ruolo, diretto da Paul Greengrass...è divertente ogni tanto tornare a fare d'azione. Poi sarò Gauguin, in un film diretto da Edouard Deluc''.

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